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The Voice 2: vince Suor Cristina, ma il risultato non frega a nessuno

The Voice of Italy 2 si chiude senza sorprese con la vittoria di Suor Cristina Scuccia. Il futuro resta incerto: quale fetta di mercato potrà conquistare la 25enne siciliana?
A cura di Francesco Raiola
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Il vincitore di questo The Voice Of Italy 2 era scontato fin da quel Blind, quando J-Ax decise di girarsi e vide Suor Cristina e con lei i milioni di visualizzazioni che successivamente fece su YouTube l'esibizione di quella che sarebbe diventata la sua punta di diamante, vincitrice annunciata e sperata, che ha portato la trasmissione di Rai Due sui giornali e le tv di tutto il mondo, scomodando nientepopodimenoche Oprah Winfrey e Whoopy Goldberg. "Sister Act", lo sappiamo, è stato il modello a cui tutti si sono ispirati per parlare di Suor Cristina, che ha spaccato anche la platea (e i religiosi e i fedeli, come ci hanno dimostrato in questo video).

E così, se da una parte è stato un bene per il programma che su questo personaggio ha puntato, d'altra parte è anche vero che gli altri concorrenti sono stati praticamente oscurati. Chi si ricorderà di loro? Lo scopriremo fra un annetto. Intanto ha vinto Suor Cristina, di cui abbiamo potuto ascoltare un inedito per cui s'è scomodato addirittura Neffa e che speriamo, il pezzo sì, potremmo dimenticare in fretta. Se i talent devono intercettare il gusto del pubblico, unendo questo obiettivo a un effettivo successo discografico ci chiediamo quale futuro potrà avere la vincitrice di questa seconda edizione. Aspettiamo ancora il successo della Dani, che la voce l'aveva, ma stenta ancora a farsi largo in un mondo, quello del pop che aspira alla classifica, sovrappopolato.

Sarebbe interessante capire, al di là dell'ovvia spinta data dalla competizione, quanto veramente i 4 giudici reputino Suor Cristina una potenziale popstar da classifica. Diciamocelo chiaramente, la 25enne siciliana non ha la voce e la potenza di Susan Boyle che pure un pubblico è riuscito a intercettarlo e lei stessa, a un certo punto della finale, ha ammesso che quella carriera appartiene più ai suoi concorrenti che a lei. Ma forse sono più gli altri a spingerla che lei stessa, arrivata là probabilmente più per gioco che altro e ritrovatasi fenomeno virale. E allora siamo sicuri che sull'onda della notorietà che ogni talent – e soprattutto la sovraesposizione mediatica – dà, dobbiamo aspettare qualche mese per capire veramente quale sarà la potenzialità di Suor Cristina. Difficile immaginarla fra un anno e mezzo competere con i Ligabue, le Pausini, ma anche le Emma e le Amoroso che sono riuscite, nel tempo, a costruirsi una base solida di fan, ma soprattutto è difficile capire quale fetta di mercato discografico potrebbe ritagliarsi, lontana com'è dal Christian Rock che pure ha un suo seguito e dalle Cristoteche.

Cosa ne farà la Universal, che premia il vincitore con un contratto, lo scopriremo nei prossimi giorni, come l'accoglierà il grande pubblico, quando la cantante non sarà più un fenomeno televisivo ma una cantante vera e propria, forse lo sappiamo già. Mentre scriviamo il pubblico iTunes non è entusiasta del suo singolo, ultimo tra quelli dei partecipanti. E allora viva la simpatia e la trovata diventata virale che col tempo, però, s'è fatta stantìa ancor prima di cominciare. Ma i talent non servirebbero, nell'idea degli autori, a trovare talenti, appunto? Non è il mercato discografico il Santo Graal che tutti cercano e il risultato a cui tutti mirano? E, invece, a The Voice si è assecondata la viralità a fronte di un'opportunità, ma il risultato, in fondo, non frega a nessuno. E questo è il problema attuale di questi format, ovvero che finito uno si aspetta il prossimo, in un continuum che non trova fine, senza curarsi di – e dimenticandosi di – quello che è successo nelle edizioni precedenti (chi ricorda gli ultimi vincitori di tutti i talent? Chi ricorda tutti i talent?). E alla fine tra tutti i partecipanti quelli che restano si contano sulle dita di due mani. E no, non diremo che l'Italia se ne cade di talenti che fanno su e giù per il paese. Anche perché siamo il paese che si lamenta se Brunori Sas apre i concerti di Ligabue. Quindi va bene così. The Voice è finito. Ha vinto la più forte. Fra poche settimane Suor Cristina entrerà in classifica, i giornali parleranno di lei, tutti saranno entusiasti e alla fine chi pagherà, probabilmente sarà lei, che in tutto questo c'entra poco. Lei voleva cantare e portare la parola di dio. Che poi è la sua vera vittoria. Per quella della musica abbiamo aspettato tanto, possiamo aspettare un altro po' (o guardare altrove, come fatto finora).

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