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Sick Tamburo: mai come ieri

Con il suo terzo album “Senza vergogna”, nei negozi fra due settimane, il gruppo nato dalle ceneri dei Prozac+ si conferma ancora una volta incline al rinnovamento nella continuità.
A cura di Federico Guglielmi
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Fra la metà dei ‘90 e quella dello scorso decennio, il rock italiano cosiddetto alternativo annoverava fra i suoi esponenti di maggior spicco un trio di Pordenone chiamato Prozac+. I ragazzi suonavano sostanzialmente punk-pop ma lo facevano alla loro maniera, con un bel mix di progettualità e istinto basato sulla voce atipica di Eva Poles, sulla chitarra (e le canzoni) di GianMaria Accusani e sul basso di Elisabetta Imelio. Melodie, testi ed efficacissima immagine “colorata” ammiccavano a quel mercato discografico che ai tempi era una cosa assai più seria di oggi: dei cinque album editi fra il 1996 e il 2004, prima di un ritiro dalle scene mai ufficializzato con lo scioglimento, quattro sono stati marchiati dalla major EMI e qualcosa significherà. Mentre Eva Poles si concedeva una lunga pausa (“Duramadre”, il suo positivo esordio in proprio, sarebbe arrivato solo nel 2012), la coppia Accusani-Imelio dava vita pressoché subito ai Sick Tamburo, con la seconda impegnata al microfono e il primo a dedicarsi a songwriting e chitarra.

Per evitare di sembrare una sorta di versione impoverita dei Prozac+, la coppia – ingaggiata una sezione ritmica – decideva di celare la propria identità dietro maschere e pseudonimi (Mr. Man e Boom Girl), ma naturalmente in un batter d‘occhi il segreto smetteva di essere tale. Solo estetica, quindi, la conseguente scelta di indossare dei passamontagna, sottolineata dalla copertina di un primo album omonimo – AD 2009, etichetta La Tempesta – in cui l‘approccio alla Prozac+ era rivisto in una chiave filo-elettronica più martellante, abrasiva e cupa. La formula veniva però sottoposta a revisione nel lavoro successivo, “A.I.U.T.O.” del 2011, dove l‘acronimo sta per “Altamente Irritanti Umani Tecniche Ossessive”: meno cattiveria, più concessioni alla melodia e – dato da non trascurare, in prospettiva futura – quattro brani su dodici interpretati da GianMaria, che già nel vecchio gruppo aveva espresso, benché occasionalmente, velleità canore. Un'evoluzione sensata e proficua della quale beneficiavano la vivacità del sound e il prestigio della band, accresciuto specie grazie ai numerosi concerti.

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La copertina di "Senza Vergogna"

Dal 28 aprile circola in Rete il video de “Il fiore per te”, diretto come quasi tutti i precedenti dall'ottimo Stefano Poletti, mentre da una settimana – in parallelo all‘avvio di un nuovo tour – è stata diffusa la traccia audio “Qualche volta anch‘io sorrido”. Entrambi i pezzi sono compresi nella scaletta, che ne contiene in totale dieci, del terzo album “Senza vergogna”, nei negozi dal prossimo 3 giugno ancora per La Tempesta: un disco che certifica un ulteriore aggiustamento di rotta, con le melodie legate a trame strumentali nel complesso meno incalzanti – ma sempre grintose e rumorose – e GianMaria Accusani impegnato come unico cantante solista. In parte diverso pure il taglio dei testi: rimangono le storie di disagio quotidiano talvolta persino disturbanti, ma il loro sviluppo ha ora un respiro più autoriale che ben si armonizza con la voce mai “spinta” e un po' abulica del frontman. Alcuni episodi in duetto avrebbero magari reso l‘insieme più fantasioso e godibile, ma “Senza vergogna” si rivela comunque abbastanza vario, con gli inevitabili echi dei Prozac+ – evidentissimi, ad esempio, in “Quando bevo”, che si potrebbe scambiare per un'outtake di “Acido Acida” – ad amalgamarsi con uno stile che, nonostante le sterzate e i ritocchi, continua a essere riconoscibile. Con i tempi che corrono, e indipendentemente del giudizio che ciascuno può avere sulla musica dei Sick Tamburo, un risultato che non è affatto da sottovalutare.

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Federico Guglielmi si occupa professionalmente di rock (e dintorni) dal 1979, con una particolare attenzione alla musica italiana. In curriculum, fra le altre cose, articoli per alcune decine di riviste specializzate e non, la conduzione di molti programmi radiofonici delle varie reti RAI e più di una ventina di libri, fra i quali le biografie ufficiali di Litfiba e Carmen Consoli. È stato fondatore e direttore del mensile "Velvet" e del trimestrale "Mucchio Extra", nonché caposervizio musica del "Mucchio Selvaggio". Attualmente coordina la sezione musica di AudioReview, scrive per "Blow Up" e "Classic Rock", lavora come autore/conduttore a Radio Rai e ha un blog su Wordpress, L’ultima Thule.
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