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Sanremo 2015: 5 esibizioni imperdibili della storia del Festival (VIDEO)

Mancano pochi giorni alla partenza di Sanremo e cresce l’attesa per vedere come sarà questo primo appuntamento con carlo Conti. Protagoniste le canzoni e le esibizioni dei cantanti che nella storia sanremese ha dato sempre soddisfazioni.
A cura di Francesco Raiola
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Manca poco alla partenza del 65° Festival di Sanremo che si terrà dal 10 al 14 febbraio e ormai manca di conoscere solo le canzone, visto che si sa tutto, compresi i compensi che prenderanno cCrlo Conti e le due vallette Emma e Arisa. Sanremo è musica ma soprattutto è show e vale anche per i cantanti in gara. Una costante che vale da decenni, edizioni in cui si alternava la musica – bella o brutta – con esibizioni particolari. L'attesa, quest'anno, visti cantanti in gara e le loro attitudini, è per una delle band che si esibirà tra le "Nuove proposte", i kuTso, una band nota nel giro indipendente per le performance da non perdere.

Facendo un passo indietro, però, abbiamo scelto 5 esibizioni, di artisti più o meno conosciuti, che hanno caratterizzato il passato del Festival.

Rino Gaetano – Gianna (1978)

Dalla Calabria con furore, Rino Gaetano arrivò a Sanremo con quella che sarà una delle sue canzoni più note "Gianna", scelta al posto di "Nuntereggaepiù" che conteneva troppi nomi e che in seguito porterà molte critiche al cantautore. Gaetano, dicono le cronache, non era entusiasta di partecipare al festival, benché alla fine la sua etichetta, la RCA, lo convinse, ma Gaetano decise di farlo a modo suo: "Il Festival resta una passerella e come tutte le passerelle ti offre tre minuti per fare un discorso che normalmente fai in uno spettacolo di due ore. Così devi trovare un sistema. Da parte mia, ho scelto la strada del paradosso un po' alla Carmelo Bene" dichiarò dopo quella che resta una delle esibizioni più note della storia del Festival, tornata alla ribalta anche grazie all'ukulele e a Claudio Santamaria. "Gianna" si piazzò al terzo posto.

Enzo Carella – Barbara (1979)

L'anno successivo sul palco di Sanremo arrivò un cantante che si iscriveva nelle fila del pop più raffinato del paese. Enzo Carella, infatti, assieme a Pasquale Panella – in seguito paroliere anche per Lucio Battisti – costituiscono una delle coppie più riuscite della musica italiana. Carella non ha, ad oggi, il successo e gli onori riservati a Gaetano e non ha (ancora) avuto quella rivalutazione ex post che talvolta tocca ad alcuni artisti, scoperti solo tanti anni dopo, benché i suoi album siano considerati tra le cose migliori che il pop italiaco abbia prodotto. Al Festival si presenta con "Barbara" (sì, anche lui con un titolo che si rifà al nome di una donna) e la sua esibizione resterà negli annali come quella di Gaetano. Colorato, allegro, strafottente e con una serie di ragazze con cartelli in mano che riproducevano il testo della canzone per questa sorta di karaoke ante-litteram. Il pezzo arrivò secondo, ma resta storico il menefreghismo di Carella per la forma e il playback.

Vasco Rossi – Vado al massimo (1982)

Non poteva mancare Vasco Rossi nel computo delle esibizioni più stravaganti di Sanremo. Vasco, infatti, dopo un inizio nel solco dei cantautori impegnati che avevano segnato la storia recente aveva dato una svolta alla propria carriera all'insegna del rock e della provocazione. Invitarlo al Festival, voleva dire essere consapevoli della stravaganza del ragazzo di Zocca. Lontano dall'uomo riflessivo che è oggi, all'epoca Vasco cantava di canzoni dai titoli strani, come "Ieri ho sgozzato mio figlio" o testi come quelli di "Colpa d'Alfredo" per cui è stato tacciato di razzismo o la stessa "Vado al massimo" che replicava duramente alle critiche che gli aveva rivolto il giornalista Nantas Salvalaggio. Vasco Rossi finirà per distinguersi in quell'esibizione che finirà con un Vasco che va via prima che la canzone finisca, mettendosi il microfono in tasca. Ma proprio il microfono cadrà facendo molto rumore e mettendo sul chi va là autori e presentatori. Un'esibizione molto rock & roll.

Elio e le storie tese – La terra dei cachi  (1996)

Gli EELST sono ormai un'istituzione della musica italiana. Nel 1996 portarono un po' della loro pazzia e molto del loro talento sul palco dell'Ariston, con una canzone che prendendo in giro i canoni della canzonetta sanremese, parlava di mafia e di un'Italia non proprio perfetta. Ovviamente non salirono sul palco come la maggior parte delle band, ma lo fecero a modo loro giocando per tutte le tre serate in cui si esibirono. La serata finale, quella del video qua sotto, è quella in cui Elio e soci si travestirono da alieni, tutti argentati con una cuffia argentata in testa, tranne Elio che i capelli se li rasò davvero. La canzone arrivò terza e tutt'ora è un must.

Marina Rei – Al di là di questi anni (1996)

Non che Marina Rei, a differenza dei personaggi precedenti, sia nota per la sua stravaganza, però nell'edizione del 1996 fece molto parlare di sé per l'esibizione che fece a piedi scalzi. Ricvalcando le orme della cantante scalza Sandie Shaw, si esibì a piedi nudi, perché, disse, si sentiva più libera.

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