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Sanremo 2014: le nuove proposte si presentano

Sono stati presentati, ieri, i 6 cantanti che si contenderanno lo scettro di migliore “Nuova proposta” sul palco dell’Ariston. Tanti generi e tante storie per questo 64o Festival della canzone italiana.
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Manca poco più di un mese all'inizio di Sanremo (18-22 febbraio) e si cominciano a scaldare i motori. Sono i giovani a dare il la a questa nuova edizione, con una conferenza stampa all'unisono in cui hanno spiegato quali sono i progetti di ognuno. E anche quest'anno, forse più che mai, la selezione è stata fatta guardando a un  gusto diffuso, rispecchiando anche quella che sarà la gara tra i big. Ci sono vari generi (dal pop, al rock, passando per hip hop e sonorità reggae) e tantissime storie nei sei protagonisti che si contenderanno questa edizione sanremese. Ci sono ragazzi alle prime esperienze, ragazzi alle prime esperienze con un enorme seguito nonostante siano appena maggiorenni (come Rocco Hunt), ragazzi che da anni girano l'Europa assieme ad artisti di caratura internazionale e che vivono il mondo indie, ragazzi un po' più grandi che da 20 anni portano in giro la propria musica e ragazzi che portano sulle spalle il peso di genitori importanti, ma che vogliono dimostrare a una platea che quando vede cognomi importanti è sempre molto scettica, che la vita è propria, così come la musica; insomma le storie che hanno raccontato ieri, sono storie di un'Italia musicale che non si ferma solo ai talent, ma è fatta di gavetta e sudore, ma, al contempo, di un enorme entusiasmo.

Uno dei più esperti del gruppo è senza dubbio Zibba che con gli Almalibre nel 2012 ha vinto i Tenco come miglior album, assieme agli Afterhours di "Padania". Insomma, con cinque album alle spalle e importanti riconoscimenti alle spalle, è uno dei veterani del gruppo e forte di questa etichetta sa perfettamente che Sanremo "è un'occasione importante, ma non l'occasione della vita. Io lo vivo come un passaggio". Ovviamente per Veronica, la più giovane del gruppo, Sanremo non è propriamente quello che Zibba definisce un passaggio, ma un trampolino fondamentale per la propria carriera, ricordando anche i tantissimi che sono diventati miti della musica italiana vincendo proprio quella categoria (si pensi solo alla Pausini, per fare un nome). L'ex partecipante a The Voice, infatti, è cosciente di essere "quella con meno esperienza, ma per me il Festival è una cosa unica. E la mia gavetta è stata proprio la tv". Uno dei favoriti è sicuramente Diodato, forte del premio come miglior album dell'anno per Deezer che riguardo ai talent ha un'idea precisa: "Hanno aiutato la discografia, ma l'hanno anche appiattita. Ogni anno esce un ‘prodotto' nuovo, che supera quello dell'anno precedente". Filippo Graziani ha un nome importante da cui, almeno artisticamente, vorrebbe separarsi. Figlio dell'indimenticato Ivan, dice che "chi cerca in me lui, sbaglia" e sui talent spiega: "Questi programmi hanno poco a vedere con la musica e più con la tv. Io non ho mai provato a partecipare. Non potrei perché lì cantano le canzoni di mio padre". Vadim, invece, c'ha provato e non c'è riuscito coi talent, che ormai a molti sembrano, assieme a Sanremo, l'unico modo per poter trovare un posto al sole nel mondo musicale: "Se mi avessero preso, ci sarei andato. Comunque la musica e' cambiata e ognuno fa la gavetta a modo suo".

Chi ai talent probabilmente non ci ha mai pensato è Rocco Hunt: 19 anni, rapper, contratto con una major, album attesissimo e con un pezzo sulla Terra dei Fuochi, insomma un mix esplosivo che piace a un pubblico vasto, come sottolinea lui stesso: "Porto a Sanremo ‘Nu Juorno Buono', un pezzo impegnato che parla della mia terra, la terra dei Fuochi. Non sarei andato con nessun altro brano. Sento una grande responsabilità, con la mia musica arrivo a tutti, al figlio del boss e a quello del medico". Segnatevi questo nome, se non l'avete ancora fatto. Assieme a lui l'altra giovanissima è Bianca che si muove su sonorità pop soul ed è contentissima: "Era la prima volta che partecipavo ad un concorso e sono stata presa subito". The Niro è un nome abbastanza conosciuto nel mondo indie rock. Forse è il caso più particolare di "giovane", visto che probabilmente è quello con maggiore esperienza e forse con molta più anche di alcuni big. Messo sotto contratto dalla Universal, nel catalogo internazionale, Davide Combusti (vero nome del cantante) ha diviso il palco con nomi enormi della musica mondiale (dalla Winehouse a Lou Barlow e Deep Purple) e partecipato a progetti internazionali importanti. Quello che porta a Sanremo, spiega, "non è un classico brano sanremese, ma rappresento il mio mondo. Paura? No, chiuderò gli occhi e andrò".

A fare da padrino ai sei cantanti è, ovviamente, Mauro Pagani che guida la Commissione musicale del Festival e ha detto: "Siamo convinti di offrire il palco più importante della musica italiana a veri talenti ancora non conosciuti al grande pubblico, ma destinati a durare. Sei artisti differenti, ma con molte cose in comune, la più importante è quella di riconoscersi nella canzone italiana pur nelle diverse tipologie musicali. Abbiamo cercato – aggiunge – di rappresentare l'attuale periodo senza esclusione di generi: il rock di Filippo Graziani convive con la melodia di Veronica, l'essere cantautore di Diodato non è poi così distante dal rap sociale di Rocco Hunt, mentre Zibba e The Niro rappresentano degnamente l'indie italiano".

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