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Roy Paci: “Non definite Taranto anti concertone, il primo maggio è di tutti”

In occasione del concerto che si terrà a Taranto l’1 maggio e che porterà sul palco della città pugliese artisti del calibro di Caparezza, Afterhours, Capossela, Mannoia, Turci etc, abbiamo fatto qualche domanda a Roy Paci, uno dei due direttori artistici.
A cura di Francesco Raiola
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Roy-Paci
Roy Paci

Quest'anno se farete riferimento al Concertone, probabilmente troverete chi vorrà che specifichiate a quale fate riferimento, se quello, storico, romano di Piazza San Giovanni o quello di Taranto. Per il secondo anno, infatti, andrà in scena anche un concerto dalla città pugliese che ospiterà tantissimi artisti: da Caparezza agli Afterhours, passando per TARM, Fiorella Mannoia, Paola Turci, Diodato e tanti altri. Non chiamatelo, però, anti concertone, al massimo alternativa, perché, come ci dice uno dei direttori artistici, Roy Paci (l'altro è l'attore Michele Riondino), il primo maggio "è una data che non appartiene solo a Roma, ma a tutta Italia". Roy Paci ci ha spiegatop come è nato questo progetto, come si è sviluppato e come fa a sostenersi visto che "alla fine non ci sono soldi, non c'è una lira, nessuno è pagato e a stento riusciamo a pagare le spese".

Togliamoci subito il pensiero: si legge in giro di Taranto come anti concertone romano, insomma di che stiamo parlando?

Ne hanno dette di tutti i colori, stanno cercando di creare questa situazione, questo scoop giornalistico. Tanti hanno fatto questo parallelismo con Roma, dicendo questa cosa dell'anti concerto. Noi non abbiamo mai citato Roma, anche perché, essendo il primo maggio una data che non appartiene solo al concerto di Roma ma a tutta Italia e a tutti i lavoratori italiani, abbiamo pensato, come Comitato di cittadini e operai liberi e pensanti, di fare di questa giornata un evento importante, proprio come denuncia e come urlo di disperazione, direi, riguardo tutta la situazione che c'è a Taranto. L'anno scorso è andata così, in maniera naturale: la gente è arrivata, ne è arrivata tanta. Quest'anno, invece, abbiamo creato una cosa leggermente più organizzata anche perché si prevede un sacco di gente. Hanno aderito tantissimi colleghi musicisti in maniera del tutto gratuita, quindi abbiamo dovuto necessariamente approntare un minimo di organizzazione, ma ripeto non c'è nessun tipo di confronto con quello che accadrà a Roma. Anche perché qui noi abbiamo messo un palcoscenico al servizio dei musicisti, ma c'è un palcoscenico per far sì che i musicisti siano megafono di messaggi importanti e forti che lanceranno i cittadini della città. Ma non solo, perché quel palco è anche aperto a tutta una serie di realtà parallele: i rappresentanti della Terra dei Fuochi, i No Muos, i No Tav.

Come avete fatto, in due anni, a creare un evento che non ha nulla da invidiare a quello più “anziano” di Piazza San Giovanni?

Guarda, abbiamo una line up veramente incredibile. Ma io credo che i musicisti, essendo anche degli esseri umani molto sensibili, hanno ascoltato la parola che arrivava direttamente dal cuore, quindi senza alcun tipo di influenza politica, di sindacati e di altre cose. È una parola che arriva dalla gente comune, un grido di speranza che si sta sollevando, ormai da anni, a Taranto e che sta facendo da focolaio per tutta una serie di altre cose. Io penso che tutti quanti, musicisti noti e meno noti che stanno partecipando hanno sposato la causa proprio perché non hanno visto dell'ambiguo e del marcio. Perché alla fine non ci sono soldi, non c'è una lira, nessuno è pagato e a stento riusciamo a pagare le spese. Abbiamo raccolto poche migliaia di euro per pagare quelle spese vive che servono in ogni caso: mi riferisco soprattutto alla Siae che è piombata subito sull'evento, nonostante ci abbia fatto pagare comunque relativamente poco, sono sempre 3 mila euro che devono uscire, e dobbiamo dire grazie all'apporto del Sindacato degli attori che ci sta pagando metà della Siae, altrimenti non ce l'avremmo fatta. Questi soldi arrivano dagli operai, della gente, perché non abbiamo accettato aiuto da parte di nessuno, quindi non siamo scesi a compromessi e ne vado fiero.

Il tema di quest'anno è “…Futuro? Ma quale Futuro?!”. Paci, quale futuro ci aspetta e come può contribuire un evento del genere e la musica in generale a cambiare le cose?

Possiamo rendere ancora più consapevoli i musicisti. Non ti nascondo che molte persone che non avevano mai nella loro vita avuto un minimo di pensiero e di impegno sociale e civile,  si sono improvvisamente palesati. In più il palcoscenico, a differenza di quello di altri eventi, non è un palcoscenico per presentare il nuovo disco, per mettersi in mostra, quel palcoscenico serve per amplificare il messaggio di Taranto. Quindi abbiamo deciso di non ospitare gente che potesse ospitare quel posto come una vetrina. Insomma, serve alla musica e serve a questi musicisti per fargli capire ogni giorno quanto è importante l'impegno.

Ci racconta del rapporto col reparto oncologico dell'ospedale Moscati di Taranto (scelta non casuale, immagino)? 

Sì, ci saranno dei salvadanai sistemati nell'area circostante e se riusciremo a raccogliere dei soldi compreremo un emogasometro (apparecchio indispensabile per la diagnosi dei tumori, ndr), che paradossalmente, nella città più a rischio, dove servirebbe maggiormente, manca.

E come date seguito durante l'anno a questo appuntamento?

È indubbio che questo evento a creato anche una sorta di presidio permanente da parte di tutta una serie di persone, di gente che sta lavorando anche in eventi paralleli – anche per aiutare questa realtà del primo maggio – e la cosa bella è che non è one shot, ma è un evento che alla fine ha innescato dei piccoli focolai in tutta la città e nelle zone limitrofe di gente che lavora su questa dimensione. Ognuno fa quello che sa fare e lo mette a disposizione per la causa.

Riondino ha dichiarato: “Non ci fa piacere continuare a parlare di Ilva. Vorremmo parlare di altro, di un popolo aperto allo straniero. Ma lo straniero a Taranto non mette più piede perché non c’è più niente da vedere. E allora invitiamo chi di dovere a prendere la parola su una serie di questioni e su quei diritti che spettano a tutti in egual misura: salute, lavoro, ambiente e cultura”. Senta, onestamente, pare una critica politica…

Sono d'accordo con Michele (Riondino, ndr): ci sono problemi molto importanti, anche oltre l'Ilva – dove sappiamo quante malefatte ci sono state, quante storture, – ma davanti agli occhi di tutti dobbiamo portare le problematiche della salute dei cittadini e dobbiamo ascoltare le storie. Per questo si sono creati anche dei dibattiti mattutini, vogliamo cercare di far passare anche i messaggi della vita e raccontare le storie tremende che ci sono.

Caparezza, Afterhours, Capossela, TARM, Diodato, Turci e l'annuncio, pochi giorni fa, della Mannoia. E sono solo alcuni nomi. Dobbiamo aspettarci qualche altra sorpresa last minute?

Quello last minute è proprio quello di Fiorella, che aveva già partecipato l'anno scorso, ma non sapevamo, fino all'ultimo, se sarebbe riuscita ad essere dei nostri e quindi siamo molto contenti di aver avuto la sua adesione. Io non ti posso nascondere il fatto che siamo completamente pieni. Pieni di roba da fare su quel palcoscenico, quindi non credo che riusciremo ad avere sul palco altra gente, ma anche sotto al palco non sarebbe male… se riuscissero a raggiungerci altri colleghi musicisti, che non vogliano necessariamente esibirsi, ma fare cordata assieme a noi.

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