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Record Store Day 2015: la festa dei negozi di dischi indipendenti tra critiche e speranze

Come ogni anno, la terza settimana di aprile cade il Record Store Day, il giorno in cui si festeggiano i negozi di dischi indipendenti.
A cura di Francesco Raiola
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Oggi è il Record Store Day, il giorno dedicato ai negozi di dischi indipendenti in tutto il mondo di cui il testimonial di quest'anno è Dave Grohl dei Foo Fighters. Una giornata che è festeggiata da negozi, etichette e gruppi con l'uscita di edizioni speciali di brani, mix, compilation e una serie di eventi che riportano l'oggetto fisico al centro dell'attenzione musicale, in un momento in cui i dati non sono proprio a suo favore: gli ultimi dati rilasciati dall'IFPI all'interno dell'annuale Digital Music Report "i ricavi determinati dai servizi di musica digitale, per la prima volta, hanno pareggiato quelli generati dai supporti fisici". sebbene l'oggetto fisico, quindi, negli ultimi anni sia stato insidiato e superato dal digitale (basti vedere i dati dello streaming, ormai re del mercato) detiene ancora un'ampia fetta di mercato grazie alla vendita dei cd e soprattutto al vinile che ha visto una crescita del 54,7% nel 2014, sebbene nel complesso riguardi solo una percentuale molto bassa del mercato discografico mondiale. Ma è un fenomeno sempre più di tendenza.

Dati a parte, questa è una giornata sostenuta anche dalla Siae che tramite il Direttore Generale Gaetano Blandini dice: "Il ruolo culturale dei piccoli negozi di dischi è quello di allietare la vita cittadina, di promuovere la creatività dei giovani autori musicali e di offrire l’opportunità di diffondere nuove produzioni. Ecco perché la SIAE è al fianco degli appassionati, sostenendo e aiutando il Record Store Day” ricevendo il plauso di Giordano Sangiorgi, Coordinatore e anima del Meeting delle Etichette Indipendenti, Presidente di AudioCoop e Portavoce della Rete dei Festival per il sostegno della SIAE, che spiega come questo sia il “segno di una svolta importante che porta per la prima volta all’interno di una iniziativa che valorizza tutta la filiera musicale, dalla produzione fino al consumatore, sgravi e facilitazioni incentivando così la produzione e la diffusione della musica tutta nelle sue forme più artistiche e supportando il lavoro qualificante dei negozi di dischi indipendenti”.

Ma non tutti festeggiano. Su Vice, qualche settimana fa, il giornalista Mike Campbell parlando della scena indipendente e del revival del vinile, spiegava che:

Ironia della sorte, è proprio il Record Store Day, un evento annuale in cui vengono pubblicati vinili ad hoc allo scopo di promuovere i negozi di dischi locali, a deteriorare la situazione [del mondo indie, ndr]. Le richieste di vinili per il record store day provocano un collo di bottiglia nella produzione di vinili che si prolunga per diversi mesi. Con la massa di dischi pressati per il Record Store Day, che si aggiunge alla produzione di dischi completamente kitsch e a caso, all'assecondare i progetti bizzarri di Jack White, e alla riedizione di grandi classici del rock tipo Beatles, Led Zeppelin e Pink Floyd—non è molto difficile vedere che le risorse per la produzione di vinili indipendenti è confinata ad un angolo sempre più angusto.

Insomma, le stamperie, a parità di richiesta – e di mezzi a disposizione – preferiscono, ovviamente, dar spazio ai prodotti delle major, forti di una pubblicità e una distribuzione maggiore:

Il risultato è che le release indipendenti sono messe da parte, diventano tutt'altro che una priorità per chi stampa vinili, dato che gli ordini "indie" sono infinitesimali rispetto agli ordini "major" (…).La parte frustrante e ironica della situazione è che la rinascita del vinile è partita proprio dalle label indipendenti e dai loro acquirenti, che erano anche gli unici a mantenere in vita il mercato vinilico anche nei momenti più neri. Le piccole etichette e le loro fanbase erano l'unica frangia di esseri umani che compravano ancora quello che allora era ritenuto antiquato e che ora ha il fascino vintage.

La risposta indiretta, però, arriva proprio da Grohl, il quale, nell'accettare il testimone di Chuck D, ha spiegato che la sua carriera è nata proprio da un negozio di dischi:

Ho trovato la mia vocazione nel retro di un negozio di dischi scuro e polveroso.Era il  1975 e il primo disco era  K-Tel Blockbuster 20 Original Hits con Alice Cooper, War, Kool and the Gang, Average White Band e molti altri. Questo disco avrebbe cambiato la mia vita facendomi venire voglia di diventare un musicista. Il secondo invece "Frankenstein" di Edgar Winter. La mia vita stava cambiando per sempre. Era il primo giorno del resto della mia nuova vita. Più di recente, ho avuto la fortuna di avere l'opportunità di riscoprire questo senso di eccitazione, quella magica sensazione di trovare qualcosa di bello in tutto, semplicemente guardando i miei bambini, attraverso i loro occhi. Guardandoli, capisci quanto sia cruciale e intrecciata ogni parte di questa esperienza, rivivo la magia delle mie prime volte con i singoli in vinile e gli album, gli artwork, le liner notes, tutto di nuovo ancora. Credo che il negozio di dischi abbia ancora il potere di ispirare, che sia ancora vivo e vegeto, che la loro importanza per la nostra prossima generazione di musicisti sia fondamentale."

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