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Morto Jack Ely, da un “furto” fece nascere un capolavoro della storia del rock ‘n roll

Il cantante e chitarrista dei Kingsmen aveva 71 anni, ricavò da una canzone degli anni ’50 il reef noto a tutti che ha reso “Louie Louie” una delle canzoni più note della storia del rock ‘n roll.
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Di quei refrain che si potrebbero ascoltare all'infinito, senza sosta e senza mai stancarsi. In prima istanza "Louie Louie" era questo, tra i pezzi di cui la storia del rock ‘n roll non avrebbe potuto fare a meno, che a quel genere musicale diede di fatto vita, è stata riproposta nel corso degli anni dai più grandi esponenti di quel filone musicale, utilizzavano quel successo come uno strumento per riscaldare le folle durante i concerti. E pure voi che la starete ascoltando, siate veri appassionati di musica o meno, non potrete negare di conoscere questo motivetto. Dietro il quale si cela tuttavia una strana storia di "furto" intellettuale, oltre che di imbarazzante spionaggio da parte dell'Fbi.

https://www.youtube.com/watch?v=4V1p1dM3snQ

L'autore Jack Ely, cantante e chitarrista del gruppo The Kingsmen che "Louie Louie" la portò al successo negli anni '70, è morto nelle ultime ore, così come viene reso noto dai principali organi di stampa d'oltreoceano. A lui è stato riconosciuto il merito storico di aver sintetizzato in quel giro l'essenza del rock ‘n roll. Eppure quel reef geniale, basta dare un'occhiata su Youtube, è chiaramente un calco, se non una copia, di una canzone ben più "anziana" e portata al successo quando la tendenza la facevano ben altri generi musicali antecedenti. Si tratta infatti di una canzone scritta dal caraibico Richard Berry nel 1957 e basta appunto ascoltarla per capire come l'utenza possibile di quella canzone, il cui testo consisteva nelle confessioni di un uomo al bar delle proprie pene amorose e con la quale Berry non riuscì a racimolare chissà quanti soldi, fosse ben diverso dalla "Louie Louie" di Ely.

La canzone di Jack Ely, morto a 71 anni, finì inoltre al centro di un un'indagine della durata di 31 mesi condotta da quel J.Edgar Hoover che Leonardo Di Caprio interpretava pochi anni fa nel film "Edgar" diretto da Eastwood. Si credeva infatti che nel testo di "Louie Louie" fossero contenuti dei messaggi cifrati. La motivazione era l'andatura biascicante con la quale le parole della canzone venivano pronunciate. Spesso così incomprensibili da essere fraintendibili, come quando un ragazzo dell'Indiana, dopo averla ascoltata in una versione live riportò alla madre l'impressione che quella canzone potesse contenere degli espliciti messaggi sessuali. Mai raccontare una cosa di questo ad una madre americana degli anni '50-'60, che si batté affinché la canzone venisse proibita in tutto lo stato.

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