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“Michael Jackson usava gesti e parole in codice per abusare di me”

La storia di James Safechuck, oggi 36enne, che accusa il compianto re del pop di aver abusato sessualmente di lui in modo ripetuto ed utilizzando segnali e parole in codice per farglielo capire. Aggiunge un particolare: “Ha smesso di farlo quando ho raggiunto la pubertà”.
A cura di Andrea Parrella
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Sono molte le storie relative a Michael Jackson e, così come quelle che lo esaltano in senso positivo, anche le vicende che gettano sulla sua immagine una cattiva luce sono estreme. A partire dagli anni '80 in poi, come sappiamo, si è sviluppata una generale convinzione che, divenuta poi luogo comune, secondo la quale Jackson abusasse abitualmente dei bambini che ospitava nella sua residenza di Neverland (messa in vendita ufficialmente qualche giorno fa). Tmz pubblica oggi un'intervista a James Safechuck, un ragazzo oggi 36enne, in causa contro la famiglia Jackson, che sostiene di essere stato più volte vittima di abusi sessuali da parte di Michael Jackson, quando aveva 10 anni. Ci sono anche delle foto che ritraggono il bambino in compagnia del re del pop e James racconta di essere stato spesso insieme a lui, anche in occasione della trasferta a Parigi nel 1988, in occasione del tour "Bad", in giro per il mondo.

"Nei messaggi in codice lo sperma diventava ‘burro d'anatra'"

I racconti di Safechuck sono alquanto torbidi e descrivono un particolare linguaggio verbale e del corpo, un linguaggio in codice, che il cantante utilizzava per fargli intendere volesse avere con lui un rapporto. Alcune parole erano utilizzate per alludere alla sua erezione ("Brick city), oppure al suo liquido seminale, che metaforicamente Jackson definiva "burro d'anatra". Safechuck racconta ancora che per fargli intuire di volere un rapporto il re del pop sfregava col suo dito all'interno della sua mano, era quello il segnale in codice e aggiunge che il rapporto non era solo di tipo fisico, ma che ci fosse un vero e proprio legame psicologico da parte sua.

Il matrimonio nascosto, la gelosia di Jackson per Sheryl Crow

L'esempio lampante consisteva sempre nelle dimostrazioni simboliche, come ad esempio la cerimonia matrimoniale segreta di cui Safechuck parla oppure la dimostrazioni di gelosia nei confronti del bambino. La più eclatante, racconta l'uomo 36enne, avvenne quando lui mostrò con una certa evidenza di essere attratto da Sheryl Crow, che al tempo era una corista per Michael Jackson. Una volta venuto a saperlo, Jackson ebbe una reazione incontrollata e da quel momento cominciò a screditare la corista, ad esempio mostrando al bambino delle foto di lei senza trucco. Safechuck rincara la dose raccontando come Jackson lo avesse portato più volte in residenze diverse, dove si appartavano per guardare insieme dei porno ed anche film nei quali alcuni bambini si masturbavano. Ma la cosa più agghiacciante, qualora fosse vera, è quella che Safechuck dice alla fine della sua intervista, che tende ad evidenziare l'aspetto più malsano della questione, ovvero la cronica e presunta attrazione di Jackson solo ed esclusivamente per i bambini: "Ha smesso di farlo non appena ho raggiunto l'età della pubertà".

La difesa della famiglia Jackson

A difendere l'immagine di Jackson e della sua famiglia è Howard Weitzman, che a Tmz parla dell'inconsistenza del caso, che si sarebbe verificato più di vent'anni fa, secondo i racconti dell'uomo, aggiungendo inoltre che, in occasione del processo legale e della sua testimonianza, Safechuck ha fornito dati che scagionano completamente il defunto re del pop dalle accuse mosse contro di lui.

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