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‘Mi gioco il culo’: diritto d’autore, perché Fedez ha lasciato la Siae e cos’è Soundreef

La decisione di Fedez di lasciare la Siae e lasciar gestire i propri diritti d’autore da Soundreef arriva pochi giorni dopo l’entrata in vigore della direttiva sulla gestione collettiva dei diritti d’autore. Ecco le motivazioni del rapper e le conseguenze di questa decisione.
A cura di Francesco Raiola
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Fedez durante il passaggio a Soundreef (LaPresse)
Fedez durante il passaggio a Soundreef (LaPresse)

La scelta di Fedez, uno dei cantanti italiani più noti e venduti, di lasciare la Siae e affidare la gestione dei propri diritti d'autore alla piattaforma italoinglese Soundreef è arrivata poco dopo che l'Italia, non scegliendo sull'accettazione della direttiva europea ‘sulla gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno', l'aveva in qualche modo subita, in assenza di una legge che la recepisse. Oggi, quindi, qualunque artista è libero di svincolarsi dalla Siae per scegliere l'azienda migliore per gestire i propri diritti.

La Direttiva europea sulla gestione dei diritti d'autore

Una decisione che ha fatto, come era prevedibile, molto rumore, più per le persone coinvolte che per l'effettivo interesse delle persone per una materia di per sé abbastanza complessa e di cui si discute da tempo, con il Governo che ha scelto di non darsi una legge propria. Ma cosa è successo? Da oggi sarà più semplice, per chi lo vorrà, abbandonare i servigi della Siae, il principale attore italiano preposto alla protezione e all'esercizio dell'intermediazione dei diritti d'autore, dal momento che la Direttiva 2014/26/UE entrata in vigore recita che:

I titolari dei diritti hanno il diritto di autorizzare un organismo di gestione collettiva di loro scelta a gestire i diritti, le categorie di diritti o i tipi di opere e altri materiali protetti di loro scelta, per i territori di loro scelta, indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento dell’organismo di gestione collettiva o del titolare dei diritti. A meno che non abbia ragioni oggettivamente giustificate per rifiutare la gestione, l’organismo di gestione collettiva è obbligato a gestire tali diritti, categorie di diritti o tipi di opere e altri materiali protetti, purché la gestione degli stessi rientri nel suo ambito di attività.

La risposta della Siae a Fedez

Fedez, quindi è il primo autore di rilevanza nazionale a prendere una decisione della quale la stessa Siae ha preso atto in un comunicato stampa in cui sottolinea la propria preminenza e importanza nel mercato:

Abbiamo saputo e preso atto della scelta di Fedez e certamente ci dispiace perdere uno dei nostri 80.000 associati. Continuiamo a stimare ed apprezzare Fedez come autore e come artista e tuttavia riteniamo che talune sue dichiarazioni siano frutto di una non corretta informazione. Dal 1 gennaio 2015 a fine marzo 2016 circa 6.000 nuovi autori under 31 si sono iscritti a SIAE. Un boom di adesioni che ci inorgoglisce e ci conferma che gli sforzi che la Società sta facendo per migliorare i servizi per i propri associati – digitalizzando l’offerta, pubblicando online bilancio e relazione di trasparenza, azzerando la quota d’iscrizione per giovani e start up editoriali e abbassando la nostra provvigione, che oggi in media è sotto al 16% – stanno andando nella giusta direzione.

La lettera contro la liberalizzazione del Diritto d’Autore

Una maggiore trasparenza che è sottolineata anche dagli Indipendenti AFI (Associazione dei Fonografici Italiani), A.I.A (Associazione Italiana Artisti), ANEM (Associazione Nazionale Editori Musicali, AudioCoop), Coordinamento Etichette Discografiche Indipendenti, PMI (Produttori Musicali Indipendenti) che in una lettera congiunta al Presidente del Consiglio e al Ministro dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo i quali appoggiando la Siae (‘ultimo baluardo che si erige a difesa dei Diritti di chi crea e diffonde le proprie Opere') scrivono che ‘pur essendo favorevoli alle aperture sulle innovazioni, noi siamo convinti della forte necessità che in un mercato globale ad alto tasso concorrenziale serva un unico forte player dei Diritti Italiani, che dialoghi e si contrapponga ai "giganti del diritto"‘.

La firma di Fedez (LaPresse)
La firma di Fedez (LaPresse)

La dichiarazione di Fedez

Insomma, la Direttiva sul diritto d'autore viene visto da attori che ci si confrontano ogni giorno non come la possibilità di scegliere (anche di rimanere con la Siae), ma come un attacco frontale alla Società che da 134 anni ne gestisce la sorte. E così, Fedez, accompagnato da uno dall'amministratore delegato di Soundreef ha spiegato di voler cambiare, pur rendendo l'onore delle armi alla società diretta da Filippo Sugar (‘Il miglior presidente che Siae possa avere'), subentrato lo scorso anno a Gino Paoli:

Non voglio demonizzare la Siae ma ci sono problematiche difficili da superare e Soundreef è un’alternativa fresca (…) Un mese fa mia mamma, con cui lavoro, mi ha mostrato la rendicontazione del 2013. Non c’era ancora Renzi ma Papa Ratzinger: è passato troppo tempo. Quindi ho cominciato ad informarmi e cercare un’alternativa (…) Esattamente un mese fa mia madre, con cui lavoro, mi porge dei rendiconti della Siae relativi al 2013, e nel 2013 non c’era ancora Renzi e avevamo papa Ratzinger.  Soundreef mi dà delle alternative molto più fresche e trasparenti (…) Volevo un’alternativa e ho trovato in Soundreef una società giovane e innovativa a cui dare in gestione il mio catalogo autorale. Io mi gioco il culo con loro e vediamo. Io spero che questa mia scelta possa accendere un riflettore su un argomento complesso e crei un sano dibattito'.

Che cos'è Soundreef?

Soundreef, quindi, gestirà i diritti sul catalogo del rapper a partire dal 2017, rispettando le regole della Siae. Ma cos'è Soundreef? Soundreef è una società creata in Inghilterra da Marco Piana e Davide D'Atri nel 2011 che ‘autorizza le imprese ad utilizzare e diffondere musica in esercizi commerciali ed eventi live e raccoglie e distribuisce compensi per conto di autori, editori, etichette discografiche e artisti'. A differenza della Siae che paga da sei mesi a un anno dopo la raccolta dei diritti e ha ancora qualche problema di rendicontazione che, dice, sta risolvendo, l'azienda inglese promette di rendicontare entro 7 giorni dal concerto e pagare entro 90 giorni, motivi compresi quelli della trasparenza, che hanno fatto pendere l'ago della bilancia dalla loro parte per quel che riguarda Fedez, il quale cercava alternative valide prima di imbattersi in Soundreef:

Soundreef – spiega Davide D’Atri – rendiconta le utilizzazioni entro 7 giorni dal concerto e pagale royalty entro 90 giorni dal concerto, sia per il nazionale che per l’internazionale. La nostra rendicontazione è analitica al 100%. Ciò che viene suonato viene pagato e gli utenti attraverso l’account online possono verificare in tempo reale come e quando hanno guadagnato.

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