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Meg e Colapesce, a Napoli è stata un’emozione “bipolare”

In un Teatro Trianon strapieno, il repertorio dei due artisti è completamente rivisitato, il pubblico gradisce questo nuovo “universo bipolare”, riabbraccia Meg e conosce meglio Colapesce. Applausi.
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Quando finisce un concerto, una pièce, addirittura una partita di pallone, amo ascoltare i commenti dei presenti. Ieri sera al Teatro Trianon, terminata la tappa napoletana del Bipolare Tour di Meg e Colapesce, diverse persone dicevano tutte la stessa cosa: "mi sono arricreato". Ora questo "arricreare", nel dialetto napoletano, viene a dire che lo spettatore ha vissuto una serie di emozioni tali per cui c'è stato un senso di appagamento tanto forte da indurre alla felicità. E' un metro di valore giusto per definire il ritorno a Napoli di una delle artiste più amate, in compagnia del cantautore universalmente riconosciuto come la rivelazione del 2012. Lo spettacolo è una mix di input che lo spettatore può o meno cogliere, il palco è minimale: due postazioni fisse per i due artisti, più una in comune dove ci sono percussioni coperte da lenzuola. Alle spalle le postazioni altrettanto suggestive di Alessandro Quintavalle e di Mario Conte, due musicisti che ormai suonano da un po' con l'artista napoletana. L'emozione e la tensione negli occhi di Meg, per essere di fronte al "suo" pubblico è palpabile, ma nella voce meno che mai.

Il concerto è tutto sul repertorio dei due, completamente rivisitati in questo universo "bipolare", mischiando l'analogico e il digitale, l'acustico all'elettronico, con canzoni che non restano mai sulla stessa linea melodica. La scaletta parte con Succhio Luce di Meg, Colapesce risponde con S'illumina, poi Sfumature, grande classico del momento "novenove" di Meg, iniziato in acustico da Colapesce fino a trasformarsi in uno scandito dubstep. Il pubblico si scioglie, è un'ovazione. Quando arriva il momento di Napoli città aperta, la teatralità di Meg viene fuori, urlando in faccia allo spettatore il senso di disagio nel restare nella città del mostro che dorme, concludendo in ginocchio, atterrita e lapidaria: "Walk straight don't stop".

E' la serata di Meg, Colapesce lo sa bene. Ma il pubblico è li anche per lui, l'inedito Sottocoperta, concluso con il ritornello di Tonight, Tonight degli Smashing Pumpkins (che ha ricordato i suoi esordi ai tempi degli Albanopower) ed Oasi, rappresentano un "uno-due" interessante. Poi tanta ironia:

Mi ha chiamato L'Unità, un giornale in declino, mi fa: "Come sta andando questo concerto con Morgan?"

Ennesima standing ovation per Parole Alate, poi il resto della scaletta vede ancora Il Confine, la meravigliosa Restiamo in casa di Colapesce che dimostra di meritarsi un reboot con Meg. In E' troppo facile, il pubblico finora buono e in religioso silenzio, indotto anche da i due artisti, comincia a cantare. Finale in crescendo con Satellite, la hit che li ha visti per la prima volta insieme, Promemoria il nuovo singolo di Meg, disponibile solo su iTunes e in una pregevole musicassetta in edizione limitata, poi Distante, trasformato in un altro melting pot prima di prendere la direzione elettronica nota a tutti. Si chiude con l'incantevole Bogotà di Colapesce poi il bis: Audioricordi, Simbiosi e Summer on a solitary beach, cover di Franco Battiato. Si chiude cantando "mare, mare, mare, voglio annegare", si chiude appagati. E arricreati.

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