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Mango, il lucano dalla grande voce che amava sperimentare

Pino Mango è uno dei nomi che rimarrà impresso nella Storia della musica italiana. Il cantante lucano, infatti, noto per la sua grande voce ha scritto alcuni dei pezzi più noti di questi ultimi decenni, senza, però, mai abbandonare la voglia di guardarsi intorno.
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Un infarto ha stroncato Mango (qui le drammatiche immagini dell'incidente) mentre era sul palco a cantare uno dei suoi maggiori successi, quell' "Oro" di cui ormai chiunque sarebbe in grado di accennare il ritornello. Pino Mango era l'orgoglio lucano, quello che ce l'aveva fatta partendo da Lagonegro, in quel lembo di terra di terra che separa la Campania dalla Calabria e che nella sua carriera quasi quarantennale, ormai, aveva scritto alcune delle canzoni diventate patrimonio musicale del Paese.

Gli esordi e la delusione

L'esordio del cantante lucano è del 1976 quando pubblica "La mia ragazza è un gran caldo" che comincia a far circolare nel circuito musicale il nome di questo ragazzo: lo notano Patty Pravo e Mia Martini che ne ascoltano i brani in studio di registrazione e decidono di farli propri e così, ad esempio, Mia Martini cantò "Se mi sfiori". Tre anni e alcuni singoli dopo esce il suo secondo album "Arlecchino" che vede sempre più forte la collaborazione del fratello Armando, con cui aveva cominciato la sua avventura professionistica, mentre nel 1982 esce il terzo album "È pericoloso sporgersi".

L'incontro con Mogol e e il successo di "Oro"

In questo periodo, però, il cantante non ottiene il successo sperato e come dichiarato in varie interviste, decide che forse è il caso di lasciare la carriera musicale e tornare a studiare. Ma è proprio in quel momento che incontra una delle figure principali della musica italiana di quegli anni: Mogol. "Proprio grazie a Mogol ho iniziato a fare questo mestiere sul serio; stavo per abbandonare la musica e ritornare agli studi di sociologia perché ero nauseato dal mondo discografico che non mi aveva assolutamente premiato per i primi tre dischi. Nel frattempo lui è intervenuto salvando il provino di “Oro”, cercandomi in ogni dove e decidendo di produrre questo ragazzo dalla timbrica particolarissima" e così cominciano ad arrivare i primi successi.

A caratterizzare quegli anni ci sono stati anche l'incontro con Mara Maionchi e Andrea Salerno che produce "Australia" e soprattutto "Odissea", l'album in cui è contenuto il suo primo grande successo "Oro" (scritta, appunto, a quattro mani con Mogol). In quell'album è presente anche un'altra canzone che diventerà un classico della musica leggera italiana, ovvero "Lei verrà" che Mango porterà a Sanremo (piazzandosi 14°) nella sua seconda partecipazione. L'anno prima, infatti, il cantante lucano si era aggiudicato il Premio della Critica con il brano "Il viaggio".

La collaborazione con Dalla e "Sirtaki"

È un momento d'oro e la carriera di Mango diventa inarrestabile. "Odissea" viene certificato disco d'oro ma nel 1987 fa ancora meglio e con l'album "Adesso" vende 350 mila copie. In quell'album è presente "Bella d'estate", brano che scrive assieme a Lucio Dalla. La canzone diventa un successo e segna l'estate grazie alla partecipazione al Festivalbar. "Inseguendo l'aquila" del 1988 è un capitolo di passaggio (che pure vende 100 mila copie) verso "Sirtaki", che lo porta negli anni '90 con il successo di "Nella mia città" e "Come Monna Lisa" che lo portano a superare il mezzo milione di copie vendute.

"Sono l'unico ad avere nello stesso disco Mogol e Panella"

Ispirato dalla poesia (tra le sue influenze ha dichiarato esserci Majakovskij, Pessoa e Campana), di cui è anche autore, Mango scrive "Come l'acqua", album del 1992 che bissa il successo del precedente e lascia alla memoria un altro brano diventato classico: "Mediterraneo". Nel 1994 lascia la Fonit Cetra e passa alla Emi dando alle stampe "Mango", album in cui firmano contemporaneamente sia Mogol che Pasquale Panella, due dei parolieri che hanno fatto la storia della musica italiana (alternandosi nella scrittura per Battisti, ad esempio): "penso di essere l’unico ad avere nello stesso disco Mogol e Panella. Due tra i più grandi autori italiani in campo musicale. Con cui è possibile collaborare in assoluta libertà" dichiarò nel 2005. La EMI è solo un passaggio, prima di tornare con la Fonit nel 1997 quando esce con "Credo" in cui collaboreranno artisti internazionali. L'album venderà 150 mila copie ridimensionando i successi precedenti. Ma i numeri sono sempre grandi e il mercato sta cominciando a cambiare.

"Ti porto in Africa" e la cover dei Soulwax

A quel punto Mango si prende un po' di riposo e prima di "Disincanto" passeranno 5 anni e un Best of. Anche quell'album è segnato da un singolo di successo come "La rondine" che lo porta a superare le 200 mila copie. "Ti porto in Africa" segna una passo avanti nella carriera del cantante lucano che aumenta l'impronta rock che ne aveva caratterizzato le influenze giovanili e lo porta l'anno successivo a "Ti amo così". L'amore per la ricerca la si vede anche nell'unica cover inclusa in "Ti porto in Africa" dove Mango canta "Saturday", un brano della band elettronica belga dei Soulwax.

Gli album di cover

Del 2007 è "L'albero delle fate" che esce un anno prima de "L'acchiappanuvole" primo dei due album di cover di Mango, in cui rifà, tra gli altri, Battiato, De Andrè, Battisti, Elisa. "La terra degli aquiloni" del 2011 è il suo ultimo album di soli inediti prima di "L'amore è invisibile", uscito quest'anno in cui spazia da Pino Daniele agli U2, David Bowie e Battisti, Beatles e Sting, includendo tre inediti di cui due scritti con Panella.

Alcuni dei suoi brani più amati

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