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Lucio Dalla, un anno dopo, è ancora vivo

Lucio Dalla, un anno dopo la sua morte, in un ricordo continuo, ma dimesso e minimale. Andate a Bologna, se potete, perché lì tutto parla di lui. Da Via D’Azeglio, dov’era il suo palazzo, a Piazza Maggiore, i portici e Via Pescherie Vecchie: un vicolo stretto e lungo, dove c’è il mondo dentro. Proprio come era lui, un piccolo capolavoro pieno di sfumature.
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Lucio Dalla, un anno dopo la sua morte, un ricordo continuo, ma dimesso e minimale. Andate a Bologna, se potete, perché lì tutto parla di lui. Da Via D'Azeglio, dov'era il suo palazzo, a Piazza Maggiore, i portici e Via Pescherie Vecchie: un vicolo stretto e lungo, dove c'è il mondo dentro. Proprio come era lui, un piccolo capolavoro pieno di sfumature.

"E' morto Lucio Dalla, lo scrive Il Resto del Carlino. C'è una conferma dei frati della Basilica di San Francesco d'Assisi, usciamo con una breaking, presto! Cerchiamo di contattare subito…". Nella mia testa rimbombava tutto, la redazione schizzava, io ero in slow-motion. Sessanta secondi, ma durarono un'eternità. Non capivo come era possibile, che così d'un botto, non c'era più. "Ieri era a Montreaux, ci fu anche quel servizio al Tg1, quello di Mollica…l'ho visto" pensai come un rincitrullito. La verità è che non vorresti mai aver scelto di fare il giornalista, quando muore uno come Lucio Dalla, o perlomeno vorresti tanto che quel giorno che accade, tu possa restare a letto con una febbre da cavallo. Ci fu un senso di fastidio soltanto a scrivere "E' morto Lucio Dalla, stroncato da un infarto", quasi come se mi sentissi in conflitto tra il diritto d'informare e il dovere di rispettare l'uomo e l'artista. Potrei stare qui e lasciarvi, di getto, ad un romanzo di 9GB (o di millemila pagine, se preferite), ma sarebbe inadeguato.

E sarebbe inutile metterci a ripercorrere le tappe importanti, i premi vinti, gli aneddoti mai raccontati, i sodalizi artistici. In questo primo anno di assenza, è stato detto così tanto, troppo. E' stata fastidiosa la morbosa curiosità dei media su Marco Alemanno, è stata fastidiosa quella "lotta all'eredità", quelle dichiarazioni atte ad estromettere dal patrimonio il "compagno", che la stampa italiana tutta ha sempre chiamato "l'uomo più vicino a", mostrando ancora una volta una capacità incredibile nel restare con gli occhi a guardare il dito, piuttosto che la luna. Consola, in questo senso, il rispettoso silenzio da parte di Marco che, solo dopo un anno, ha finalmente deciso di raccontare in un libro, "Dalla luce alla notte", i suoi quindici anni "vicino a".

E' stato, però, anche l'anno di un ricordo continuo, ma dimesso e minimale. Siete stati a Bologna, durante quest'anno? Andateci perché lì tutto parla di lui. In Via D'Azeglio, dov'era il suo palazzo, ogni giorno alle 18 c'è una sua canzone in filodiffusione. Da lì uscite a Piazza Maggiore, magari canticchiando di berlinesi sperduti incontrati tra i portici, infilatevi in Via Pescherie Vecchie, tra le botteghe cittadine, un vicolo stretto e lungo, dove c'è il mondo dentro. Lucio Dalla era un po' come Via Pescherie Vecchie, un piccolo capolavoro pieno di sfumature. Il culmine di tutto questo, il ricordo "massimo", sarà quello in diretta da Piazza Maggiore nel giorno del suo compleanno. Un grande evento Rai presentato da Gianni Morandi, con i suoi amici e colleghi più cari. Una grande festa dove, in fondo lo sappiamo tutti, ci sarà anche lui.

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