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“Lucio Dalla era gay ma non l’ha detto”: atteggiamento ipocrita o lezione di eleganza?

Su “Il fatto quotidiano”, Pino Corrias ha definito ipocrita il comportamento di Lucio Dalla che in vita non volle mai dichiarare la propria omosessualità. Secondo il giornalista, in questo modo avrebbe anche danneggiato il suo compagno Marco Alemanno. Di diverso parere Marco Travaglio, per il quale la difesa del privato attuata dal cantante è una lezione di eleganza.
A cura di D.S.
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Su "Il Fatto Quotidiano", Pino Corrias ha dedicato un post a Lucio Dalla. Il giornalista ha criticato il cantante, per non aver mai dichiarato la sua omosessualità. In uno stralcio dell'articolo si legge:

"Siccome ce lo ha tenuto nascosto da uomo pubblico dotato di immensa libertà (oltre che status e ricchezza) immenso è stato il suo inganno. Perfezionato dalla circostanza di essere e comportarsi da poeta, da narratore che svela le passioni, da musicista di alte e sentimentali atmosfere, cioè da artista. […] Con l’aggravante di sollecitare in noi emozioni, ma sempre nascondendoci le proprie. Parlandoci dell’amore in generale e mai del suo in particolare, schermato dietro un equivoco. L’ipocrisia è stato il suo limite. Tanto ben nascosta da aver reso ipocrita persino la sua musica, svuotandola di senso, man mano che si arricchiva nella forma. […] Ingannando se stesso, ha ingannato noi. E lo ha fatto fino alla fine, negandosi persino la piccola verità di un testamento che (forse) avrebbe tutelato quel Marco Alemanno che viveva con lui da otto anni e che è stato sgomberato dall’arrembaggio dei parenti come dettaglio incidentale".

L'articolo di Pino Corrias ha suscitato grande dibattito. Così Marco Travaglio ha voluto dire la sua. Il direttore de "Il Fatto Quotidiano" ha detto di reputare quella di Lucio Dalla "una lezione di eleganza".

"Ho sempre pensato che ciascuno, della sua vita privata, dev’essere libero di fare ciò che vuole. […] Dalla poi non era “un gay”. Aveva avuto amori per donne e per uomini (il suo verso “io che qui sto morendo, e tu che mangi un gelato” era dedicato a una ragazza conosciuta a un concerto di cui si era follemente innamorato) e non ne ha mai fatto mistero, così come tutti sapevano del suo ultimo legame con Marco Alemanno. […] Chi un po’ l’ha conosciuto sa bene che rifuggiva tutte le etichette e le gabbie. Non certo per ipocrisia o per la necessità di nascondere qualcuno o qualcosa. Iscriversi alla categoria del “cantante gay” (come a quella di “cantante etero”, o “bisex”) avrebbe immiserito il suo essere tutto e di tutti".

Aldo Busi: "La condotta omofoba di Dalla è stata disastrosa per il suo compagno"

In queste ore, Aldo Busi si è unito al dibattito e ha voluto esprimere il suo punto di vista, molto diverso da quello di Travaglio. In una lettera inviata a Dagospia ha attaccato duramente il direttore de "Il fatto quotidiano" e poi ha dichiarato:

"La furbesca, miope, tenebrosa, omofoba e angosciante condotta di Dalla è stata disastrosa non solo per la crescita civile e culturale della nazione ma persino per il suo compagno di una vita, spacciato in chiesa durante le esequie per suo “fedele collaboratore”, il quale, in mancanza di un testamento, è stato privato di ogni diritto di successione patrimoniale – elemosine a parte, forse".

Quindi ha aggiunto:

"Non ha fatto niente per i diritti civili, quindi remandovi scientemente contro, dei più deboli, tra cui quei cittadini cosiddetti gay e lesbiche che tuttora in Italia sono visti come degli appestati dalla clericalissima e corrottissima classe politica dominante che premia i “diversi” se si attengono al ruolo di macchietta o di “discreto” e “insospettabile”, che della macchietta è la ridicola esaltazione piccolo borghese ovunque, televisione, parlamento, spettacolo, Chiesa, imprenditoria, sport e, ovviamente, nel giornalismo anche più impegnato".

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