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Il viaggio in versi e musica di Dimartino e Cammarata nel “Mondo raro” di Chavela Vargas

“Un mondo raro” è il racconto in musica e versi di Chavela Vargas, una delle più importanti cantanti messicane la mondo, amante di Frida Kahlo, amata da Pedro Almodovar e descritta per l’occasione da due dei migliori cantautori italiani, Antonio Dimartino e Fabrizio Cammarata.
A cura di Francesco Raiola
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Il regista spagnolo Pedro Almodovar e la cantante Chavela Vargas (Getty Images)
Il regista spagnolo Pedro Almodovar e la cantante Chavela Vargas (Getty Images)

Il filo che unisce la Sicilia musicale al Messico di Chavela Vargas passa per la versione della "Llorona" fatta dal cantautore Fabrizio Cammarata, punto di partenza per un progetto più ampio, condiviso con il conterraneo Antonio Di Martino (noto anche per il progetto Dimartino) e culminata nella pubblicazione di un progetto più ampio, che ha avuto come risultato un album e un libro e, nella costruzione, un viaggio da Palermo a Città del Messico alla ricerca di una delle artiste sudamericane più amate, nonché una delle cantanti più famose al mondo. E l'idea portata avanti da Cammarata e Dimartino è di quelli in grado di fare immergere completamente il pubblico in un'esperienza totalizzante, col risultato di arricchire chiunque se ne imbatta.

"Un mondo raro", infatti, è un piccolo gioiello, che prende il nome da una delle canzoni contenute nell'album – pubblicato da Picicca Dischi -, composto da una serie di rivisitazioni fatte dai due artisti che hanno scelto le canzoni dal repertorio della cantante, tradotto i testi e riadattato la musica con l'aiuto dei musicisti che hanno accompagnato la Vargas quando era ancora in vita. Il disco è ovviamente la colonna sonora perfetta per l'altro lato del progetto, ovvero la biografia romanzata della cantante, scritta a quattro mani dai due cantanti e pubblicata da La Nave di Teseo. Chi scrive ha sempre enormi pregiudizi – sciocchi probabilmente – nei confronti di operazioni del genere, ma questa volta c'è da ammettere che il pregiudizio era mal riposto. L'operazione di Cammarata e Dimartino è talmente ben fatta, scritta, suonata e confezionata da lasciare il lettore piacevolmente sorpreso.

Ad aiutare i due è senza dubbio la vita della cantante che si presta al racconto e al mito: una vita ricca di eventi, dall'infanzia stravolta a seguito dell'incontro con alcuni sciamani, al viaggio in Messico, dove incontra José Alfredo Jiménez, uno dei cantanti rancheri più noti del Paese, di cui divenne amica e che introdusse quella voce così particolare nel mondo della musica messicana. Il successo per la Vargas fu fenomenale e il racconto di Cammarata e Dimartino si dipana tra dettagli minori, che caratterizzano però il personaggio, passando per i passaggi che hanno segnato la sua vita e la carriera, fino agli incontri più importanti del suo cammino, come quelli con la Macorina, personaggio mitico di Cuba – e che dà il nome anche a una nota canzone -, il regista Pedro Almodovar che la definì "la rude voce della tenerezza", quello mai avvenuto con Garcia Lorca e quello, noto a molti, con Frida Kahlo, di cui fu amante; e il racconto del suo ingresso e della permanenza nella Casa Azul della Vargas, con la pittrice e il marito Diego Rivera è forse uno dei passaggi più belli del libro (non è un caso, tra l'altro, che uno dei brani più intensi dell'ultimo album di Brunori Sas, "Diego e io" sia una lettera immaginaria che la Kahlo invia al marito ed è stata scritta proprio da Dimartino).

La Vargas, che "girava armata, fumava e beveva fino a rotolare sotto al tavolo", non nascose mai la propria omosessualità, anzi, la viveva con naturalezza, in anni in cui non era la cosa più normale del mondo, benché quello che esce dal racconto è sempre una posizione che si tiene ai margini della lotta per l'affermazione del movimento. Evidente è il passaggio in cui la cantante atterra a Città del Messico, di ritorno da una tournée, e incontra Patria, Terry e Isabel, amiche di scorribande:

"Chavela, le cose stanno cambiando! Il movimento omosessuale di Città del Messico ha un sacco di nuovi sostenitori tra cui intellettuali, giornalisti, artisti. Secondo me dovrai prendere una posizione, prima o poi," disse Terry.

"Ma sì… sì… io prendo posizione, la posizione che preferisco è senza dubbio… obliqua!" e rise di gusto. "La rivoluzione preferisco farla con la tequila tutte le sere!" (…). "Credetemi prima o poi vi seguirò, ma adesso no, non sono in forma per combattere, ho solo voglia di una borrachera alla vecchia maniera".

"Un mondo raro" è il racconto di una vita vissuta al massimo e anche oltre: la giovinezza, la ricerca della musica, la popolarità, i viaggi in Spagna, il mescal di cui è impregnato questa storia, al punto da farcela vedere, questa donna, spesso persa nei fumi dell'alcol ("Sono passata attraverso l'inferno e ci sono passata cantando", come ci ricorda Pino Cacucci che firma l'introduzione del libro), anche in momenti importanti della propria carriera, il ritorno in un luogo sperduto, al punto da farla credere morta, finché il suo nome non ritornò in tv sulle labbra di Mercedes Sosa dando vita alla seconda vita artistica della cantante.

Nell'album ci sono 10 canzoni, alcune delle più famose incise dalla cantante, rivisitate assieme ai Macorinos, gli ex chitarristi della Vargas che non lesinano consigli, come si sente dalle registrazioni: “'Non tornerò' è stata la canzone da cui è nato tutto” spiegano i due cantautori, “le chitarre che sentite sono quelle di Juan Carlos Allende e Miguel Peña, i musicisti ‘angeli custodi’ di Chavela Vargas”. "Un mondo raro" è un album che non è facilmente catalogabile all'interno del panorama musicale italiano, i ritmi sono quelli mariachi, della canzone ranchera, un mondo maschile di amori e disamori cantati da una donna. Forse la scommessa tra i due cantautori e il pubblico potrebbe partire da un patto: "Se ami ascoltare storie e hai fiducia in due dei migliori cantautori italiani in circolazione, lasciati trasportare e prova a immergerti in queste vite (e musiche) che non sono le vostre".

"Anch'io vengo da un mondo raro" disse Chavela con un filo di voce, "mi piacerebbe registrarla".
"È tua!" disse Josè. "Volevo che la ascoltassi al buio, riscaldata dal dolore di questa notte. Veniamo entrambi da un mondo raro Chavelita".

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