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Il significato di Viva la Vida dei Coldplay: canzone contro il potere

“Viva la vida” è una delle canzoni più amate dei Coldplay e anche una di quelle che ha le maggiori interpretazioni: un pezzo contro il potere, anti autoritario.
A cura di Redazione Cultura
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Chris Martin dei Coldplay (nel video di "Viva la vida")
Chris Martin dei Coldplay (nel video di "Viva la vida")

Era il 2008 quando i Coldplay pubblicarono l'album " Viva la vida or Death and All His Friends", quarto album in studio della band capitanata da Chris Martin e diventato negli anni uno dei gruppi più amati al mondo, in grado di riempire stadi e sfornare successi su successi. Partiti nel 2000 con "Parachutes" che conteneva singoli come "Yellow" e "Trouble", la carriera della band proseguì nel 2002 con "A Rush of Blood to the Head", che conteneva canzoni come "In my place" e "The Scientist" e, nel 2005, da "X&Y" (tra i singoli "Fix You" e "Speed of Sound"), i Coldplay arrivarono, nel 2008, a Viva la vida quando la loro stella era già splendente nel panorama del pop mondiale, con la musica che si accompagnava anche alla storia d'amore che coinvolgeva il leader Martin e l'attrice hollywoodiana Gwyneth Paltrow.

I due Grammy Awards nel 2009

Insomma, tutti i tasselli erano a posto per sfornare l'ennesimo successo. "Viva la vida" fu il secondo singolo estratto dall'album e il successo fu immediato, il pubblico e la critica amarono fin subito la canzone, spingendo al pezzo ad aggiudicarsi due premi ai Grammy Awards 2009, nelle categorie "Canzone dell'anno" e "Miglior interpretazione vocale di gruppo", non riuscendo a spingere l'album verso quello di migliore dell'anno (vinse nella categoria "Miglior album rock"). In Italia il singolo arrivò fino al secondo posto, mentre l'album si arrampicò fino al primo posto della classifica FIMI, restandoci due settimane, prima di essere scalzato da "Non ti scordar mai di me" di Giusy Ferreri.

Di cosa parla "Viva la vida"

"Viva la vida" resta anche uno dei must in scaletta, compresa quella che stanno portando in giro nel loro tour europeo che tocca l'Italia il 3 e 4 luglio per il doppio concerto allo stadio San Siro. Un pezzo tra i più amati e anche i più "interpretati" della loro storia. Il nome della canzone, come ormai noto, si ispira a un celebre quadro di Frida Kahlo, pittrice messicana, amato da Martin per il suo incredibile ottimismo: "Viva la vida", in fondo, non è che la traduzione spagnola di "Viva la vita". La canzone parla di Re, Cavalieri e missionari con continui riferimenti biblici (come il verso "I know Saint Peter won't call my name" o "Revolutionaries wait, For my head on a silver plate" che potrebbe riferirsi alla decapitazione di San Giovanni), e in molti, cercandone l'esegesi precisa, hanno visto riferimenti alla Rivoluzione francese anche se la band non li ha mai confermati.

La versione del batterista Guy Berryman

In un'intervista a Q Magazine, citata da SongFacts e Wikipedia, il bassista Guy Berryman ha detto: "È la storia di un re che perde il suo regno e tutto l'artwork dell'album è basato sull'idea di rivoluzionari e della guerriglia. C'è questo leggero punto di vista antiautoritario che striscia tra le parole ed è un po' il risultato dell'essere circondati dai Governi da un lato, ma anche dal fatto che siamo esseri umani con delle emozioni e sul fatto moriremo tutti e sulla stupidità di tutto quello che bisogna sopportare ogni giorno. Da qui il titolo dell'album".

La versione di Chris Martin

Chris Martin, sempre a Q, ha spiegato il verso su San Pietro: "Sono sempre stato un ragazzo disubbidiente e mi ha sempre affascinato l'idea della fine della propria vita e della sua analisi successiva. Ed è quello che attraversa molte religioni. È il motivo per cui le persone fanno saltare in aria gli edifici. Perché credono che avranno un sacco di vergini. Dico sempre ‘Metti su un gruppo'. È la cosa più spaventosa che potresti dire a qualcuno. L'eterna dannazione. Conosco queste cose perché le ho studiate, le conosco". E in un "track by track" sul sito di MTV ha ribadito il concetto, spiegando che "tutto quello che stiamo cercando di fare in questo momento ha a che fare col non ricominciare un'altra volta a distruggere quello che abbiamo costruito prima e cercare di ricostruire qualcosa in maniera diversa e meglio, si spera o almeno peggiore ma in una maniera migliore. Questa canzone è una delle nostre preferite perché nessuno di noi sta facendo qualcosa che abbia mai fatto prima. Ma adoriamo suonarla e più vai avanti con un gruppo più è difficile sorprenderti.

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