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Il ritorno di Tiziano Ferro: “È un nuovo inizio, mi sono divertito come a 16 anni”

A cinque anni dall’ultimo album di inediti Tiziano Ferro torna con “Il mestiere della vita”, un album che, spiega, segna un nuovo capitolo della sua vita artistica, ma in cui resta forte l’impronta del cantante di Latina.
A cura di Francesco Raiola
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Tiziano Ferro
Tiziano Ferro

Mancano poche ore al ritorno di Tiziano Ferro che domani, 2 dicembre, uscirà con "Il mestiere della vita", un lavoro che come spiega il cantante in conferenza stampa segna per lui un nuovo inizio, un secondo capitolo della sua vita artistica, segnato dalla pausa del Best of di due anni fa. Un lavoro che ha avuto una gestazione di due anni e che è sbocciato quasi per caso, senza fretta, con canzoni nate non come un unico corpus, ma che pian piano hanno cominciato a incastrarsi come tessere di un puzzle e lo hanno costretto a fermarsi e a cercare un contratto, dopo la fine di quello precedente: "Ho provato a scrivere come facevo all'inizio, senza pensare che fosse per un disco, non volevo la fretta di una scaletta. Mi sono ritrovato a scriverlo tutto da solo, col mio produttore storico che si era trasferito a Los Angeles e io tutto solo in camera mia, anche se non era più quella di quando avevo 16 anni e in cui scrissi il primo album". Ha scritto, cazzeggiato e ha completato un percorso di formazione, ha detto: "L'unica responsabilità era nei confronti di chi ascolta, non avendo alcun tipo di paura di esporre la ricerca personale di me stesso: cosa che all'inizio mi ha fatto scrivere in difesa: invece qui non mi nascondo, e' il primo disco fatto amando e abbracciando questo processo (…). Oggi, poi, posso permettermi anche di fare un disco che si contraddice".

"Volevo vedere se mi divertivo come 16 anni"

Dice che gli ricorda i primi due dischi, per attitudine ("Ho scritto l'album senza fretta per capire se quello che stavo facendo mi divertiva ancora come quando avevo 16 anni"), ma ovviamente questo risente di ascolti diversi e un percorso che lo ha reso uno dei maggiori cantori pop di questi ultimi anni, una firma, una voce e un timbro impossibile da non riconoscere. E così dentro ci si trovano le ballads che tanto hanno contribuito a renderlo così popolare (ma nell'intervista a Fanpage.it ci tiene a spiegare che nonostante sia visto come un autore, soprattutto, di canzoni d'amore, alcuni dei suoi singoli di maggior successo non parlano d'amore), a partire da quel "Potremmo ritornare" che, dopo l'ascolto dell'album, e delle parole del cantante è forse una delle scelte più strane, dal momento che l'album vira verso altre sonorità, mantenendo un'impostazione "ferriana" e arricchendosi di un spruzzate black e rap, come in "My Steelo" il pezzo cantato assieme a Tormento, fondatore dei Sottotono, la band di cui, poco meno che ventenne, il cantante di Latina fece da corista e che gli ha insegnato cosa significa stare in tour: "Mi sono ritrovato a dividere la stanza con gente che non conoscevo per niente e non ero sempre trattato bene".

"Nessuno ha capito ‘Potremmo ritornare'"

Che i fan, però, stiano tranquilli, l'amore c'è, anche se non è sempre quello di una metà sentimentale, anzi, Ferro ci ha tenuto a sottolineare che quella canzone non era dedicata a un eventuale compagno, ma a una donna, era una canzone che trasudava amore a ogni verso, ma non l'amore che hanno immaginato molti di quelli che hanno provato a decifrarlo: "Non parlo di un ritorno di coppia, cosa in cui non credo, ma penso a una donna che non ho più accanto e della complessità delle scelte, come fosse un seguito di ‘Alla mia età'". Confermando come sia una delle cose più complesse ("odio dover spiegare le mie canzoni" si è lasciato sfuggire a un certo punto), quella dell'esegesi delle sue parole.

La collaborazione con Carmen Consoli

Uno dei pezzi più intensi dell'album è senza dubbio "Il conforto" che lo vede duettare con Carmen Consoli, a 7 anni dalla prima volta che si ritrovarono assieme in "Guarda l'alba", pezzo della cantantessa siciliana: "Carmen è la mia cantante preferita, ne sono stato sempre affascinato, è la vera erede di Mina. Ha quel gusto intoccabile per il canto, istintiva, molto schiva. Cantiamo questa canzone come se l'avessimo fatto da 20 anni, quasi parlata: volevo evitare i manierismi dei duetti degli ultimi due anni, più di contenuti che di apparenza". Nell'album c'è anche Baby K, che ha scritto la parte in inglese di "Epic", la canzone che apre il disco: "Avevo pensato ad alcuni artisti per la parte in inglese, come Chris Brown, ma il giorno in cui avremmo voluto contattarlo fu arrestato!".

Raddoppiata la data di Roma

Da giugno, poi, il cantante sarà in tour e oggi ha anche annunciato il bis della tappa romana che si terrà il 30 giugno. Sarà uno dei suoi soliti show: "Credo che i concerti debbano essere al servizio della musica e degli spettatori, mi piace la lezione degli artisti internazionali che non dimenticano mai da dove arrivano. Me lo immagino divertente e con i successi del passato. Non ho mai capito chi evita i propri successi, per me è da autolesionisti". Insomma, si prevede, al solito, una scaletta fatta dei suoi più grandi successi e dai brani di questo suo ritorno.

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