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Il giorno buono di Rocco Hunt

Sbarca a Sanremo il rapper salernitano Rocco Hunt tra le nuove proposte. Il suo “Nu juorno buono” tocco i temi della terra dei fuochi e dell’emigrazione. Un sogno, quello di svegliarsi la mattina e trovare tutto diverso.
A cura di Antonio Musella
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"Questo posto non deve morire, la mia gente non deve partire, questo accento si deve sentire".
Comincia così "Nu juorno buono" uno dei due brani che il rapper salernitano Rocco Hunt porterà all'Ariston di Sanremo tra le nuove proposte. Rocco, all'anagrafe Rocco Pagliarulo, ha 19 anni ed è – insieme all'altro campano Clementino – uno degli astri nascenti della scena hip hop italiana.
Un testo per nulla banale dove si intrecciano diverse questioni sociali che segnano le vite dei giovani campani e meridionali. Un pezzo che sta facendo molto discutere innanzitutto perché a differenza di quello che ci si poteva aspettare per un contesto come quello sanremese, è un testo impegnato. Nel mondo dell'attivismo sociale il brano di Rocco Hunt sembra aver riscosso molti consensi, grazie anche all'individuazione di due dei temi tra i più sentiti dai movimenti del Sud: l'emigrazione e la terra dei fuochi.

"Dimentica di andare fuori per lavoro / le nuove aziende sorgeranno nel tuo territorio, dimentica le banche / li presteremo noi a loro" Rocco Hunt sembra raccontare la storia di migliaia di giovani campani alle prese con un futuro che ogni giorni sfugge sempre di più dalle mani e sembra condurli ormai strutturalmente sulla via dell'emigrazione per avere la possibilità di costruirsi un avvenire.
"Credo che ci sia uno sforzo apprezzabile di andare oltre la retorica del rapper main stream per parlare di tematiche serie anche a Sanremo" commenta Leandro Sgueglia, 29 anni ricercatore dell'Università Federico II tra i punti di riferimento dei centri sociali napoletani. Un impegno "non scontato" vista anche la giovanissima età del rapper campano.
Anche il dramma della terra dei fuochi entra in "Nu juorno buono". "La strage dei rifiuti / l'aumento dei tumori/ siamo la terra del sole e non la terra dei fuochi" canta Rocco all'inizio del brano. Un riferimento ben presente nel videoclip del brano, che spopola sui social network, in cui scorrono le immagini delle marce contro il biocidio dell'autunno scorso a Napoli. Sono le immagini di quel "fiume in piena" che ha scosso la Campania. Raniero Madonna ha 22 anni ed è stato uno dei volti più noti del #fiumeinpiena ed ancora oggi è tra i punti di riferimento dei comitati campani contro il biocidio ."Purtroppo o per fortuna il tema ormai è sentito fortemente da più o meno tutti i campani" – ci dice – "È bello che anche i giovani artisti di queste terre riescano a trattare questi temi in maniera diversa rispetto a quella con la quale solitamente se ne parla sopratutto sui giornali". Guardare oltre la terra dei fuochi, sembra essere questo il messaggio che Rocco raccoglie anche da chi è sceso in piazza in questi mesi. "Rifiutare l'etichetta della "terra dei fuochi" è secondo me il giusto punto di vista con cui guardare il fenomeno" conclude Madonna.

I più critici possono vedere nel brano del rapper salernitano un eccesso di buonismo. Pensare che basti un colpo di spugna per eliminare squilibri sociali e tensioni è, nella migliore delle ipotesi, utopistico. Così come lascia perplessi il riferimento alla scomparsa delle differenze tra Nord e Sud del paese che meriterebbe di certo una contestualizzazione diversa. Ma in fondo il linguaggio semplice e diretto di Rocco Hunt parla di un sogno: chi non vorrebbe svegliarsi una mattina, con l'odore del caffè e lo stereo per le canzoni, e trovare una città diversa dove tutti gli annosi problemi si trasformano in soluzioni.
Dopo tutto siamo a Sanremo e parliamo di canzonette, ma siamo davvero sicuri che non sia il sogno di ogni giovane campano? Siamo certi che nella stressante quotidianità di un Sud martoriato, il sogno di "un giorno buono" non ci aiuti ad avere più forza e più speranza ?

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