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I Muse conquistano Roma: 35 mila persone a Capannelle per la band inglese

Sono state 35 mila le persone che ieri sera hanno preso d’assalto l’Ippodromo delle Capannelle, per assistere all’unica data italiana dei Muse, ospiti del Rock in Roma. Un concerto spettacolare per Matt Bellamy e compagni che, però, hanno voluto riappropriarsi delle loro radici più rock e rudi.
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La bellezza di concerti come quelli dei Muse, oltre alla spettacolarità sul palco, sta nella varietà generazionale che mette assieme e la band di Matt Bellamy riesce da sempre a portare sotto al proprio palco fan più o meno giovani, ma tutti animati dall'amore per il rock, quello maestoso, che flirta con sonorità sinfoniche, come da sempre amano fare i ragazzi inglesi, che ieri sera hanno portato all'Ippodromo delle Capannelle di Roma 35 mila persone per assistere a quello che era uno dei concerti più attesi dell'anno. L'unica data italiana di una delle band che negli ultimi anni è riuscita a mettere d'accordo milioni di fan in tutto il mondo e che con l'Italia, poi, ha un rapporto più che speciale, sia come band che a livello personale. Se da un lato Matt Bellamy è stato legato per molti anni a una ragazza italiana, passando molte settimane nel nostro Paese, dall'altro i Muse da un po' vengono in Italia per lavorare ai propri album: hanno registrato, ad esempio, gli archi dell'ultimo album alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani a Milano e dove fu registrato, in parte, ‘Black Holes & Revelations', senza contare che ormai la band fa affidamento, per le registrazioni, a Tommaso Colliva uno dei più noti produttori e tecnici del suono che abbiamo in Italia.

Insomma, le premesse, con un album, ‘Drones', che è salito fino alla seconda posizione degli album più venduti e il precedente, ‘The 2nd Law', che era rimasto in testa per tre settimane, ci sono tutte e lo spettacolo alle Capannelle non manca. Se lo show non è quello che i fan potettero ammirare all'Olimpico nel 2012 – da cui trassero anche un film concerto girato da Matt Askem – è per una scelta precisa, ovvero quella di tornare a una dimensione originaria, più rock, più rude, meno sfarzosa. Matt non è di moltissime parole, ma ogni tanto sfoggia il suo italiano e il pubblico non può che restare comunque affascinato dalla scenografia, fatta di led e luci e, ovviamente, da una scaletta che assieme ai brani dell'ultimo album sfoggia anche alcune delle hit maggiori della band, da ‘Supermassive Black Hol' a ‘Plug in Baby', passando per ‘Hysteria', ‘Time is running out' e ‘Supremacy'.

Palloni volanti e tantissima energia per i 35 mila fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi i biglietti e a cui la band ha chiuso con un bis composto da ‘Madness', ‘Mercy' e ‘Kings of Cydonia' aperto con l'intro di ‘Man with Harmonica' di Morricone (colonna sonora di ‘C'era una volta il west). Da segnalare anche l'energia – e l'apprezzamento del pubblico – per i Nothing But Thieves, la band scelta dai Muse per aprire l concerto e che pubblicherà a breve il suo primo album.

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