122 CONDIVISIONI

Gino Paoli intercettato nel 2014: “Non voglio si sappia che ho portato soldi all’estero”

Repubblica riporta una registrazione del 2014 da microspie piazzate nello studio del commercialista del cantate, indagato. Paoli sembra molto preoccupato per la sua immagine pubblica, più che di una pesante multa da pagare.
A cura di A. P.
122 CONDIVISIONI
Immagine

La situazione di Gino Paoli continua ad aggravarsi in merito alla sconveniente vicenda che ha coinvolto il cantautore genovese pochi giorni fa. Come noto Paoli risulterebbe indagato per evasione fiscale nell'ambito della maxi inchiesta su Banca Carige. Secondo quanto riportava il Secolo XIX, c'è stato "un blitz della guardia di finanza nell’abitazione di Gino Paoli, nel quartiere azzurro tra Quinto e Nervi". Le perquisizioni sarebbero state richieste dalla Procura di Genova ed effettuale dal Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo ligure a seguito dell'inchiesta che vede tra gli indagati il commercialista del cantante per reato di associazione a delinquere finalizzato alla truffa o all'appropriazione indebita. Oltre all'abitazione del cantante anche le sue tre società "Edizioni musicali senza fine", "Sansa" e "Grande lontra" sarebbero state oggetto di perquisizione. Oltre al cantautore genovese, autore di brani storici come "Sapore di sale", "Senza fine", "Il cielo in una stanza" risulta indagata anche la moglie Paola Penzo.

Secondo quanto riportato da Repubblica le parole del cantautore registrate da microspie piazzate nello studio del suo commercialista dimostrerebbero come il cantautore non sia esattamente esente da responsabilità. "Non voglio che si sappia che ho portato soldi all'estero", diceva Paoli nel gennaio del 2014, dimostrando come  la sua preoccupazione, più dei soldi stessi, fosse quella di non rovinare la propria reputazione. Si tratta dei giorni nei quali l'Italia sta per firmare il patto bilaterale con la Svizzera per venire a conoscenza dei nomi di italiani che hanno portati i propri beni oltre confine: "Io sono un personaggio pubblico, non posso rischiare questo. Ho un'immagine da difendere. Non voglio che si sappia che ho portato soldi all'estero, li voglio riportare in Italia". Paoli, autosospesosi dalla presidenza della Siae, non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi di approfittare della sanatoria, che gli potrebbe permettere di riportare in Italia i suoi soldi pagando un multa. La sua preoccupazione, secondo quanto emerge, sembra essere proprio la volontà di non far sapere pubblicamente che abbia portato all'estero un ingente somma di danaro.

800 mila euro nella dichiarazione dei redditi

Come riportato dal Sole 24 Ore "l'ipotesi degli inquirenti è che l'artista nel 2008 abbia trasferito illecitamente due milioni di euro in Svizzera, facendo mancare 800.000 euro nella dichiarazione dei redditi del 2009″. Ieri, intanto, il commercialista Vallebuona, da cui è nata l'inchiesta, ha dichiarato – stando a quanto riporta l'Agi – che "Il signor Paoli si rivolse a me all'inizio del 2014 per conferirmi un incarico professionale relativo a sue attivita' personali. Nel corso di tale rapporto e' stato fatto cenno a problemi che riguardavano il rientro di capitali dall'estero. Ma nulla e' stato fatto al riguardo da parte mia (…). Nulla era stato fatto – ha aggiunto Vallebuona – perché si sarebbe dovuta attendere l'emanazione di provvedimenti amministrativi e ministeriali relativi a quelle procedure di rientro capitali".

122 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views