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Gigi D’Alessio sommerso dai debiti: “I prossimi 15 anni canterò per pagarli”

Proseguono i guai per Gigi D’Alessio che, sommerso dai debiti e con quasi tutto il patrimonio ipotecato, dovrà utilizzare parte dei suoi incassi per i prossimi 15 anni per risanare la sua situazione economica. La colpa, dice, è di investimenti e amici sbagliati: “Sono vittima, non carnefice”.
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Gigi D'Alessio (LaPresse)
Gigi D'Alessio (LaPresse)

Poco più di un anno fa, Gigi D'Alessio commentava i suoi problemi in Tribunale con un'intervista al Fatto Quotidiano in cui spiegava, uno per uno, quali erano stati i momenti controversi della sua carriera (sic) che coincidevano con un bel po' di debiti contratti negli anni scorsi, quando si era fidato – stando a quanto dice lo stesso cantante – di amici che tali, poi, non si erano confermati, coinvolgendolo in investimenti completamente sbagliati: "Se ho sbagliato è perché mi sono fidato degli amici" diceva in quell'intervista che oggi può fare il paio con l'articolo pubblicato dal Corriere della Sera in cui si ripercorrono i suoi beni pignorati. Il quotidiano, infatti, ha enumerato quello che sarà il piano di rientro dai debiti del cantante – che ammontano a circa 25 milioni – e per cui gli toccherà devolvere parte dei ricavi dei suoi concerti che terrà nei prossimi 15 anni, scrivendo che in questi giorni D'Alessio sta organizzando un piano di rientro, con accordi già firmati sia con le banche che con i singoli.

Il debito con Valeria Marini

C'è, ad esempio, l'accordo firmato con Valeria Marini a cui deve circa 200 mila euro che pagherà con un acconto da 30 mila euro per poi pagare rate mensili da 5 mila a quella che è stata una delle sue migliori amiche e il cui ex marito uno dei suoi soci in affari. L'imprenditore Giovanni Cottone, che con la Marini ha avuto un matrimonio molto veloce, è uno dei nomi che ricorre più spesso quando si fa riferimento ai debiti di D'Alessio; è lui, infatti, che lo convinse a investire nell'affare Lambretta, cercando di riportare in Italia il celebre marchio e dare lavoro a migliaia di famiglie, secondo il loro progetto iniziale, finito, però, molto male: "Cottone mi aveva nascosto alcuni ostacoli del business. Non mi aveva riferito che il marchio Lambretta, di proprietà di un’azienda indiana, era già stato venduto agli olandesi e che lui era in causa con questi ultimi" raccontò al giornale diretto da Travaglio.

Il fallimento dell'affare Lambretta: "Sono vittima"

Un affare, quello, che lo tormenta ancora e che gli ha cambiato la vita:

Canterò e farò concerti a lungo perché sono felice quando riesco a dare emozioni – scrive il Corsera -. E pazienza se almeno per i prossimi 15 anni canterò anche per pagarmi i debiti. Onorerò gli impegni in attesa che qualcun altro (Cottone, ndr) onori i suoi nei miei confronti. Perché io, in questa storia, sono vittima non carnefice.

Transazioni ‘tombali' con le banche

Oggi, insomma, praticamente l'intero patrimonio, continua il giornale, è stato ipotecato così come ogni fonte di reddito, benché con Unicredit e BPS abbia – o stia per – organizzare transazioni che il suo avvocato definisce "tombali". Non basta, insomma, il fatto che D'Alessio sia uno dei cantanti italiani in grado di organizzare un tour mondiale e avere successo in patria e fuori:

Una massa di denaro in prestito che genera oneri, interessi, rate, cambiali. E ritardi nel far fronte agli impegni, perché sono tanti soldi, anche per chi da oltre vent’anni raccoglie successi.

D'Alessio e la solidarietà

I danni d'immagine pure non si contano, nonostante D'Alessio tenga alta la sua attenzione alla solidarietà, come dimostra il progetto Malaterra, servito a raccogliere fondi per le popolazioni della Terra dei Fuochi e i cui proventi del concerto finale saranno donati alle popolazioni colpite dal terremoto, come lui stesso ha annunciato pochi giorni fa su Facebook.

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