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GAIOLA PORTAFORTUNA, così LIBERATO canta le storie degli immigrati di Castel Volturno

Terzo video per il misterioso artista che si conferma il migliore nel raccontare le sfumature di una Napoli contemporanea e libera da tutti gli stereotipi.
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GAIOLA PORTAFORTUNA, tutto in caps lock così come il suo pseudonimo. LIBERATO presenta il suo terzo singolo e video proprio nel giorno di festa per eccellenza dei napoletani, il 19 settembre in cui si celebra la Festa di San Gennaro. Il mistero continua piacevolmente ad alimentarsi mentre Francesco Lettieri, ancora una volta al timone della parte creativa e della regia del video, continua a dimostrare di essere il migliore nel raccontare le storie di una Napoli contemporanea.

Non c'è più la Napoli popolare, quella tra la storia di Forcella e la speculazione edilizia dei Ponti Rossi, vista in NOVE MAGGIO e non c'è la storia d'amore tra Pizzofalcone e Piazza del Popolo di TU T'E SCURDAT'E ME. In GAIOLA PORTAFORTUNA, è la vita della comunità degli immigrati di Castel Volturno (siamo a Pinetamare per essere precisi, una frazione del paese del litorale domitio) a stare sotto i riflettori, forse per la prima volta in un video musicale, solo per il semplice fatto di esistere. Per una volta non guardiamo agli immigarti leggendo numeri di una statistica sulla criminalità, non si parla di prostituzione e non c'è cronaca nera: solo una storia d'amore, di un tradimento e dell'amicizia come antidoto alle delusioni.

Una menzione per lo spettacolare isolotto posto tra Marechiaro e la Baia di Trentaremi che dà il titolo alla canzone e che diventa meta del pellegrinaggio di LIBERATO (sarà davvero lui?) che, messo su il disco del pezzo, parte da Pinetamare per arrivare proprio di fronte al magnifico parco sommerso.

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