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Festival di Sanremo 2017

Francesco Gabbani: “Sanremo? Vinto anche grazie al gorilla e al balletto”

Francesco Gabbani ha vinto il festival di Sanremo 2017 con “Occidentali’s Karma” diventando un vero e proprio tormentone anche grazie allo show portato sul palco dell’Ariston.
A cura di Francesco Raiola
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Francesco Gabbani vincitore del Festival di Sanremo 2017 (LaPresse)
Francesco Gabbani vincitore del Festival di Sanremo 2017 (LaPresse)
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"Sono un po' provato, sono sul treno, aspetta che mi sposto che non voglio disturbare. Mi sento sballottato e molto stanco. Già è stancante la settimana sanremese di per sé e con la vittoria è ancora peggio, ma non mi fermerò". È sul treno che da Milano lo sta portando a Roma, Francesco Gabbani, vincitore del Festival di Sanremo 2017, che non si ferma da una settimana ormai, continuamente in giro tra interviste, set fotografici, incontri con i fan e le esibizioni sul palco dell'Ariston, quello conquistato contro tutti i pronostici e soprattutto col favore del televoto che gli ha permesso il sorpasso su Ermal Meta (amatissimo dalla giuria di ‘qualità') e soprattutto su Fiorella Mannoia, vincitrice annunciata fino alla proclamazione di Carlo Conti che, invece, ha fatto il nome di questo 35enne di Carrara che lo scorso anno ha vinto i "Giovani" con "Amen".

"Occidentali's Karma" è diventato un vero e proprio tormentone nei cinque giorni sanremesi – e oggi è il video sanremese più visto su Youtube e il brano più ascoltato su Spotify -e Gabbani, che ha capito perfettamente lo spirito della kermesse, ci ha messo del suo unendo alla canzone maglioni color pastello e soprattutto un balletto contagioso e un ballerino travestito da gorilla, che l'ha accompagnato durante le esibizioni. Insomma, un mix di elementi, a partire da una canzone dal ritmo catchy – e con un testo abbastanza critico nei confronti delle derive new age e tecnologiche occidentali – ha permesso a Gabbani di entrare nel palmares del festival ed essere catapultato in una situazione che, sì, ha già vissuto lo scorso anno, ma portata all'ennesima potenza, nel bene e nel male (tipo il gossip spietato che lo ha investito).

Come ricordavo da un paio di incontri avuti lo scorso anno, Gabbani non è proprio il tipo da trincerarsi dietro risposte di circostanza, anzi, si diverte a fare ironia (sulla giuria di qualità, ad esempio) e anche a essere onesto sul discorso – anche questo va avanti da "Amen" – sul rapporto tra la leggerezza delle sue canzoni e il messaggio veicolato dai testi: "Devo essere sincero? L'idea che mi son fatto è che comunque alla fine dei conti non voglio consigliare niente a nessuno, mi fa piacere già il fatto di poter divertire".

Ciao Francesco, come va?

Sballottato e molto stanco, ma non mi fermo.

Senti, ti faccio questa domanda solo se mi prometti di non darmi risposte standard. Credevi fosse possibile? Quando hai realizzato che in effetti stava per succedere un piccolo miracolo sanremese?

Guarda, fino all'ultimo non ci speravo proprio perché ero convinto che vincesse la Mannoia, te lo dico sinceramente e senza ipocrisia. Però un momento in cui mi si è aperto uno spiraglio di speranza è stato quando, dopo la prima esibizione – che io ho vissuto malissimo, non ero contento – c'è stata una reazione positiva non solo della platea dell'Ariston, ma anche, il giorno dopo, dei media, delle radio, e del pubblico in generale. Ha cominciato a esplodere qualcosa che non mi aspettavo, che effettivamente ha dimostrato un indice di gradimento molto alto e da lì ho iniziato ad avere la speranza soprattutto di tornare sul palco. Ti ripeto, la vittoria non la immaginavo proprio, però, te lo dico sinceramente.

Guardando l’andamento delle votazioni, si vede come in quella finale abbia influito molto il televoto, quindi il voto della gente che ti ha votato, che è sempre una soddisfazione.

Guarda sono contentissimo di tutto, paradossalmente, però, mi è dispiaciuto non avere invece anche l'appoggio della giuria di qualità, non so perché. Però è anche vero che non mi ricordo da chi era composta.

Probabilmente farai impennare le vendite de “La scimmia nuda” di Desmond Morris. Ma secondo te hanno capito tutti il significato di quello che hai cantato?

No, non tutti hanno capito, tendenzialmente la percezione è che sia qualcosa di estremamente leggero e divertente, e mi sta anche bene, perché sono il primo a pormi in questo modo. Mi viene da pensare, però, che mi pare che il pubblico si sia diviso tra chi capisce il testo e gli altri, ovvero quelli a cui è dedicato.

Mi pare che tu abbia capito meglio di altri lo spirito sanremese che ha sì, nella gara musicale, il fulcro principale, ma allo stesso tempo ha nello spettacolo tout court una componente altrettanto importante. Come ti è venuta l'idea di portarti la scimmia sul palco? E quanto ha inciso lo spettacolo che hai portato all'Ariston?

Ha inciso parecchio, io ero abbastanza cosciente che la dimensione sanremese giustamente va concepita a se stante da tutto quello che può essere la proposta artistica fuori da lì; tutti gli elementi che ho portato in scena erano dedicati alle performance sanremesi degli anni passati e l'idea della scimmia è stato da una parte un elemento sdrammatizzante rispetto a un testo che considero, a parte la facciata, serio, nonché anche una piccola provocazione, rischiosa, certo, però mi andava di rischiarmela in questo modo. Poi sono stati anche altri elementi extra, come il mio primo vestiario, quello col maglione arancione.

Che è diventato un qualcosa in più, nel risultato complessivo.

Sicuramente, anche se poi durante la finale ho voluto omaggiare quella che è la tradizione e l'eleganza del festival. Ma tutti questi elementi fanno parte di quello che per me era il tono provocatorio generale.

Ora, però, c’è un mito che secondo me dovrai sfatare: il fatto che Gabbani non sia un cantante solo sanremese e forse sarà la sfida più difficile…

Guarda, giusto per fare un link col concetto karmico direi che non me lo pongo il problema, cercherò di vivere momento per momento quello che succederà.

"Occidentali’s karma" prosegue il discorso che mi spiegasti l’anno scorso, quello di cercare di veicolare messaggi con un ritmo orecchiabile e leggero. Proseguirai anche nel prossimo album?

Sì, il prossimo album sarà su questa lunghezza d'onda, logicamente tratterà di vari argomenti, ma l'idea è questa, il connubio tra spensieratezza e riflessione. Però ecco devo essere sincero, l'idea che mi son fatto è che comunque alla fine dei conti non voglio consigliare niente a nessuno, poi se uno può cogliere in quello che dico qualcosa per analizzare se stesso, trovare una chiave di lettura migliore della propria vita ben venga, però diciamo che già il fatto di poter divertire e poter essere un modo per comunicare positività mi fa già piacere.

Sei nell'occhio del ciclone, e starai affrontando anche un bel po' di critiche. Come va?

Le critiche le vivo positivamente se sono costruttive. Non tanto riguardo la mia dimensione artistica per cui sono il primo a fare autocritica, ma parlo di critiche che riguardano la mia persona, umanamente parlando e nel mio percorso di vita.

In più, ormai sei ancora più che mai al centro del gossip…

Devo dirti la verità, sono sconvolto dal fatto che tutta la mattina, in cui mi sono spostato a Milano per interviste, ovunque andavo c'erano dei paparazzi che mi seguivano e probabilmente non mi rendo ancora conto della portata della cosa: è strabiliante e destabilizzante.

Qual è la canzone che avresti votato, a parte la tua?

A me piaceva molto, a parte di quello della Mannoia – per cui c'era un'emozione collegata a lei – mi è piaciuto molto il brano di Paola Turci, che era azzeccato per lei e per il suo modo di esprimersi.

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