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È morto Frankie Knuckles, padrino della House Music

Muore a 59 anni uno dei più celebri esponenti della scena dance: tra gli anni ’70 e ’80 ebbe il merito di favorire la nascita di una nuova modalità di fruizione della musica dance.
A cura di A. P.
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E' morto nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile il deejay Frankie Knuckles, protagonista di quella stagione musicale che dalla metà degli anni '70 diede vita ad una nuova concezione del mestiere del disk jockey, non più strettamente inteso come selezionatore di dischi, ma come vero e proprio artista e creatore di musica. Aveva 59 anni e fu New York la piattaforma dalla quale mosse i suoi primi passi, formandosi nel Bronx e frequentando, a partire dal 1971, alcuni dei locali più In della scena ed avendo modo di collaborare con altri deejay di spicco, come Nick Siano e Larry Levan.

Gli appassionati del genere ritengono imprescindibile passare per lui al fine di poter dare un tempo e un luogo a quella che definiamo dagli anni '80 come House Music, genere cui lui stesso diede vita quando da New York si trasferì a Chicago e, già affermato nella Grande Mela, ebbe modo di interfacciarsi con un pubblico diverso, di gusti musicali più variegati e complessi, così che lo "costrinse" a miscelare generi e sperimentare: dal locale nel quale fu chiamato a suonare, il Warehouse, nacque fisiologicamente la House. A tal proposito, sul finire degli anni '80, quando era già un mito per gli amanti del genere, diede una definizione molto precisa del genere musicale che aveva inventato:

Non impongo in sala ritmi in 4/4 a 130 beat al minuti, sempre con le mani su. E' quello che invece pensano molti ragazzi che fanno musica house al giorno d’oggi

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