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Cristina Donà: il grande pop

Nuovo album per una delle cantautrici italiane più ispirate: personalità, intensità, eleganza e naturalezza nel sovvertire le regole del pop classico ne sono ancora le parole-chiave.
A cura di Federico Guglielmi
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Il debutto su disco di Cristina Donà, avvenuto con la “Terra blu” nella raccolta al femminile “Matrilineare”, risale a diciott‘anni fa. Sono invece diciassette quelli trascorsi da “Tregua”, primo lavoro firmato dalla cantautrice di Rho, che nel 1997 vinse anche la Targa Tenco per il miglior esordio. Non contando il disco in inglese realizzato nel 2004 e la raccolta di riletture acustiche del 2008, gli album fino a oggi usciti sono sei: i tre iniziali furono pubblicati dalla Mescal e i due seguenti dalla EMI, mentre il marchio apposto sull‘ultimo “Così vicini” – nei negozi dal 23 settembre – è quello dell‘indipendente Qui Base Luna. Dunque, un percorso importante, che non ha però goduto di riscontri commerciali adeguati al suo profilo. I riconoscimenti dentro e fuori i nostri confini hanno comunque assegnato a Cristina un ruolo di (ampio) culto nient‘affatto disprezzabile, al di sopra dell‘underground ma laterale alla popolarità di massa; una posizione, a ben vedere, molto favorevole a chi non ama le pressioni e soffrirebbe se non riuscisse ad assecondare i propri liberi slanci creativi.

Nel quadro si inserisce brillantemente “Così vicini”, che a più di tre anni e mezzo da “Torno a casa a piedi” ripropone il team con Saverio Lanza, produttore artistico e coautore delle musiche, nonché valente strumentista. Dal sodalizio sono derivati dieci brani all‘insegna di una raffinatezza non fine a se stessa e, al contrario, messa al servizio di una scrittura eclettica e mai banale. Si può certo parlare di pop italiano, ma senza lo snobismo che di solito – spesso giustamente – si associa al termine: il pop di Cristina, benché nel complesso morbido e persuasivo, non ha nulla a che spartire con il troppo ciarpame che infesta le scalette dei network radiofonici. Non si può negare che, al confronto con il repertorio meno recente, esso abbia un po‘ guadagnato in immediatezza, ma va benissimo: l‘equilibrio di trame dove ricco non significa ridondante e i testi che sposano temi di sostanza e felice forma poetica, nonché una voce dalle mille sfumature, provano come lo stile della Donà non abbia perso quel sapore atipico e piacevolmente stralunato che da sempre lo contraddistingue.

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Volendo cercare il pelo nell‘uovo si potrebbe osservare che, magari, qualche soluzione compositiva ne richiama alla mente altre sperimentate in precedenza (difficile, ad esempio, che “L‘infinito nella testa”, peraltro splendida, non suggerisca l‘idea di una nuova “Invisibile”), ma sono peccati veniali. Anzi, non sono affatto peccati, perché a un‘artista che ha saputo inventare un suo mondo non si può davvero rinfacciare di “viverselo” come meglio crede. Al di là di qualsivoglia considerazione accessoria, “Così vicini” rimane un album di intensità e fascino ragguardevoli, frutto non solo del puro talento ma anche di un lodevole perfezionismo. “Sono molto pignola”, mi disse Cristina la bellezza di tre lustri fa a proposito di quel “Nido” che rimane uno dei cardini della sua carriera. “Esigo tantissimo da ciò che faccio e finché non raggiungo la percezione che il brano che sto realizzando mi soddisfa appieno è un autentico disastro di convulsioni interne”. Verificato come la piena maturità non abbia per fortuna smussato questo aspetto del suo carattere, la piena soddisfazione da lei dichiarata per questa ulteriore prova sono forse la migliore garanzia della bontà dei risultati.

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Federico Guglielmi si occupa professionalmente di rock (e dintorni) dal 1979, con una particolare attenzione alla musica italiana. In curriculum, fra le altre cose, articoli per alcune decine di riviste specializzate e non, la conduzione di molti programmi radiofonici delle varie reti RAI e più di una ventina di libri, fra i quali le biografie ufficiali di Litfiba e Carmen Consoli. È stato fondatore e direttore del mensile "Velvet" e del trimestrale "Mucchio Extra", nonché caposervizio musica del "Mucchio Selvaggio". Attualmente coordina la sezione musica di AudioReview, scrive per "Blow Up" e "Classic Rock", lavora come autore/conduttore a Radio Rai e ha un blog su Wordpress, L’ultima Thule.
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