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Chi è Manuel Agnelli, il leader degli Afterhours che “sui giovani d’oggi ci scatarra su”

Breve ritratto di Manuel Agnelli, leader degli Afterhours. A metà anni ’90 cantava “Sui giovani d’oggi ci scatarro su”, oggi da giudice di X-Factor non sembra aver perso il vizio.
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Manuel Agnelli
Manuel Agnelli

Per il grande pubblico che ieri sera ha seguito la prima puntata di X-Factor, è stata un'autentica rivelazione. Il che, però, non rende giustizia alla carriera e alla fama di Manuel Agnelli, leader da trent'anni degli Afterhours, una delle band portabadiera del rock e dell'indie italiano, ma più generalmente della musica nel nostro paese.

Il successo fu raggiunto per la prima volta a metà anni Novanta con l'album "Hai paura del buio?", quinto album della band milanese che precedentemente, senza troppo clamore (di pubblico, perché di critica c'era già stato), aveva provato con testi in lingua inglese, in "All the Good Children Go to Hell" (1989) a "During Christine's Sleep" (1990) e Pop Kills Your Soul (1993), fino alla svolta di "Germi" (1995), album in cui è contenuto il brano "Dentro Mariylin" che anni dopo Mina avrebbe scelto per una cover (Agnelli è sempre stato molto legato alla figlia della Voce, Benedetta Mazzini), il che diede il via alla collaborazione per il singolo "Adesso è facile" del 2009, in cui gli Afterhours dell'Agnelli nazionale duettavano in voce con la più grande voce italiana di sempre e in video con la Mazzini.

Con "Hai ha paura del buio?", dicevamo, Manuel Agnelli e gli Afterhours si mettono alla testa del movimento rock italiano, insieme ai Marlene Kuntz, LaCrus e tanti altri, facendosi promotori del festival "Tora! Tora!" e di una compilation con il meglio del rock italiano di quelli anni. Brani come "1.9.9.6", "Male di miele", "Voglio una pelle splendida" e "Sui giovani d'oggi ci scatarro su" sono solo alcune delle perle che suggellano l'ascesa di una grande band rock in lingua italiana.

Rispetto a quasi tutti gli altri gruppi di quegli anni, però, e i diversi cambi di formazione (non ultimo l'abbandono, lacerante e dolorosissimo nel 2014 dello storico batterista Giorgio Prette) gli Afterhours diventeranno sempre più una creatura di Manuel e riusciranno a sfornare canzoni e album di qualità uno dietro l'altro, a dimostrazione di avere ancora molto da dire, nonostante il passaggio del tempo e le polemiche tra i suoi fan seguite all'annuncio che avrebbe fatto parte della giuria di X-Factor 2016 . Seguiranno a "Hai paura del buio?" altri album capolavoro come "Non è per sempre" (1999), "Quello che non c'è" (2002), "Ballata per piccole iene" (2005), "I milanesi ammazzano il sabato" (2008) e l'ultimo, meraviglioso, doppio cd "Folfiri o Folfox". In mezzo, il più sperimentale e un po' meno riuscito "Padania" (2012), in cui l'asperità di certe sonorità e il progetto di rinnovamento costante inciampano in virtuosismi che snaturavano un po' l'essenza rock del gruppo, ritornata alla grande con "Folfiri o Folfox". Non brillantissima fu nemmeno la partecipazione al Festival di Sanremo del 2009 con il bel singolo "Il paese è reale".

Con gli anni i testi di Manuel si sono arricchiti di nuove tematiche che hanno conferito nuova linfa vitale alle sue canzoni dalla riflessione su Dio a quelle sociologiche sullo stato del nostro paese ("Uno stato si fonda sul gioco d'azzardo, sul culto della sfiga") recita un verso di "Il mio popolo si fa" primo singolo del doppio cd, fino ai quesiti più marcatamente esistenziali "Cammino come un uomo e parlo come un uomo" in "Se fossi il giudice").

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