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Chi è lowlow, autore di “Ulisse” e primo rapper della Sugar di Elisa e Negramaro

La Sugar di Caterina Caselli è entrata nel mondo del rap mettendo sotto contratto il giovane talento romano lowlow, che ha lanciato da poco “Ulisse”, l’ennesimo video da milioni di visualizzazioni. Un ragazzo dalla Storia lunga nell’underground romano.
A cura di Francesco Raiola
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In "21 motivi" il rapper romani lowlow canta: "Nuova scuola Roma, qua non conta l'età, la metà di voi non ha il mio flow". È una delle (varie) frasi che ha portato qualche rogna e tantissime visualizzazioni e fan a Giulio Elia Sabatello, vero nome del cantante, nato con le battaglie freestyle della Capitale ed esploso nella Honiro, l'etichetta rap romana da cui sono usciti talenti come Madman, Gemitaiz, Briga e Mostro e che è ringraziata in "Scusate per il sangue", la canzone in cui fa un po' di autobiografia: "Aspettavo un imprevisto che mi salvasse, che mi elevasse poi boom! Ho scoperto il rap, sono esploso al mio primo contest. Non c’è niente che può fermarmi con le parole sono il più forte: ringrazio Tarek (Rancore, ndr), ringrazio Gem (Gemitaiz, ndr), ringrazio Madman, ringrazio Secco (Cane Secco, ndr), io sarei niente probabilmente, mi hanno insegnato ad andare a tempo! Poi le proposte, la scelta di Honiro, capogiro e le majors, tremano tutte, le teniamo sotto tiro".

L'ingresso nella Sugar

Chiamatelo egotrip – spesso lowlow canta e dichiara di essere il migliore -, chiamatelo come vi pare, senza dubbio in quella fervida scena romana di cui fa parte il rapper è senza dubbio uno di quei nomi di cui si parla da tempo e non è un caso che la Honiro, appunto, lo abbia preso sotto la propria ala protettrice, almeno fino a qualche mese fa, perché Sabatello può mettere a curriculum il fatto che è ufficialmente il primo rapper entrato a far parte del roster della Sugar, l'etichetta fondata da Caterina Caselli, una major-non-major che ha sotto contratto artisti come Negramaro, Elisa e Andrea Bocelli, tra gli altri. Per entrare in un mondo divenuto ormai mainstream ("Ormai se non fai rap, non esisti, come Cristo" canta Salmo in "Title?") l'etichetta ha puntato su un nome molto chiacchierato, giovanissimo, classe '93, che può vantare collaborazioni importanti, dissing e odio sparso, e milionate di visualizzazioni dei propri video: "Non puoi più fermarmi perché il mio nome è troppo grande" (sempre in "Scusate per il sangue").

La storia di "Ulisse"

Milionate di views che conferma anche con l'ultimo singolo, "Ulisse", singolo d’esordio che anticipa l’album di inediti in uscita il 13 gennaio 2017, arrivato, ad oggi a oltre 6 milioni e mezzo a meno di un mese dall'uscita. Fierissimo del proprio flow, lowlow non si nasconde e lavora molto sui testi e anche sui video, come si vede anche in quest'ultimo, che per qualcuno era troppo violento: niente affatto, spiega il rapper, quella raccontata, ovvero la storia di Niko "Ulisse", un uomo che tenta una rapina in banca, minacciando il direttore della banca, è la rappresentazione di una storia estrema, messa in immagini dai registi Yuri Santurri & Daniele Tofani: "Nelle mie canzoni parlo quasi esclusivamente di Me, il resto lo conosco poco. Niko sono Io, con più senso pratico in un altro mondo in cui non esiste il Rap per sfogarsi. Certe volte la rabbia ti trasforma, la paura diventa forza e lasci andare tutte le emozioni, ti esprimi e non importa quanto drammatiche saranno le conseguenze. Tratto da una Storia non Vera".

L'apertura verso un mondo più pop

Malessere generazionale in cui si mette in gioco in prima persona, piaccia o meno, come fa da quando era ancora più giovane e a scuola si è ritrovato con Mostro a cercare di dare un senso a un periodo che non vivevano da protagonisti ma che pian piano è cambiato ("Io e Mostro, ai tempi del liceo, ci esercitavamo su qualsiasi strumentale proponesse J Armz, proprio perché la sfida era quella di riuscire a fare cose tecnicamente impossibili laddove non sembrava possibile" ha detto in un'intervista a RapBurger). Il lavoro su "Ulisse" è stato fatto assieme a Fausto Cogliati che firma la musica e la produzione e che forse potrà aprire al cantante una strada più ampia che abbracci anche un pubblico poco abituato al rap undergound o alle sonorità à la Eminem o à la Kendrik Lamar, giusto per citare due artisti che il romano prende a modello. E chissà che il suo tocco, il talento del rapper e le competenze della Sugar non facciano di lowlow la next big thing anche in un panorama in cui il pubblico ha gusti un po' più pop.

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