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Adele: “La depressione mi ha colpito anche dopo la nascita di mio figlio”

In un’intervista data a Vanity fair, che le ha consacrato la copertina del numero di dicembre, Adele ha parlato della sua musica, di come vorrebbe non andare più in tour e di come sia propensa alla depressione.
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Adele (Joern Pollex/Getty Images)
Adele (Joern Pollex/Getty Images)

Dal vivo Adele ha un'energia incredibile e spesso la si vede sorridere mentre sul palco intrattiene il suo pubblico con le sue canzoni più amate, spesso ballad d'amore che l'hanno resa in questi anni una delle più grandi popstar al mondo, sicuramente quella che con i primi tre album è riuscita a vendere più di tutti, come confermato anche dal successo di "25", il suo terzo album uscito lo scorso anno, anticipato dal singolo "Hello" e pubblicato solo in formato digitale e fisico, senza l'aiuto dei servizi in streaming. Ma Adele ha anche un lato scuro, come lo ha definito lei stessa durante un'intervista a Vanity Fair che le ha dedicato la copertina di dicembre.

Una depressione nata quando era bambina

In un'anticipazione dell'intervista presente in quel numero, infatti, la cantante inglese ha parlato del suo rapporto con la depressione, che l'ha colpita qualche anno fa e della linea sottile tra questa e la felicità, che talvolta ci mette un secondo per attraversare e che l'ha colpita anche subito dopo la nascita del suo primogenito Angelo, avuto col compagno Simon Konecki:

Ho un lato oscuro, sono predisposta alla depressione. Posso entrarci e uscirci molto semplicemente. Tutto cominciò con la morte di mio nonno, quando avevo 10 anni e sebbene non abbia mai avuto pensieri suicidi, sono stata un bel po' in terapia. Non avevo più avuto quei sintomi, però, fino alla nascita di mio figlio, riprendendosi sotto forma di depressione post parto (…). È stato molto brutto e mi ha spaventata, la mia conoscenza del post parto è che non vuoi stare conil bambino, hai paura di potergli fare male, che non stia facendo un buon lavoro, ma io ero ossessionata, mi sentivo inadeguata, mi sentivo come se avessi preso la peggiore decisione della mia vita. Può arrivare in varie forme.

"Vorrei non fare più tour"

Nell'intervista continua parlando anche della propria musica, di come da una prospettiva esterna riesce a vedere coloro che pensano che non scriverà canzoni come quelle di '21', "ma non sono più indulgente com'ero allora e non ho più il tempo di andare a pezzi come successe in quel periodo", e sottolinea, ancora una volta, come vorrebbe poter non andare più in tour:

Amo ancora fare dischi, ma starei meglio se non sentissi più gli applausi. Sono in tour solo per popter vedere tutti quelli che mi supportano, non mi importa dei soldi.

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