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Addio a Manlio Sgalambro, filosofo e paroliere di Franco Battiato

Manlio Sgalambro è morto questa mattina all’età di 89 anni. Filosofo, poeta e noto al grande pubblico per essere stato il paroliere di Franco Battiato oltre ad aver collaborato, tra gli altri, con Patty Pravo, Alice, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli.
A cura di Francesco Raiola
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È morto Manlio Sgalambro, filosofo e noto al grande pubblico come storico paroliere del cantautore siciliano Franco Battiato, ccon cui ha collaborato per vent'anni scrivendo molti dei suoi testi. nato a Lentini il 9 dicembre del 1924 Sgalambro, nella sua carriera, ha risentito delle influenze fra gli altri, di Friedrich Nietzsche ed Emil Cioran. È il 1994 l'anno in cui comincia il sodalizio tra lui e Battiato, ma il filosofo ha scritto anche per altri grandi interpreti della canzone italiana, come Patty Pravo, Alice, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Milva e Adriano Celentano.

Sgalambro, filosofo senza laurea

Sgalambro è un filosofo senza laurea, libero pensatore e persona affascinante che non si è posto alcun problema a passare da Hegel a Manu Chao. Formatosi su alcune riviste come "Prisma" (diretta da Leonardo Grassi) e  il periodico "Incidenze" (fondato da Antonio Corsano) prima di esordire direttamente con la casa editrice Adelphi con il libro "La morte del sole" primo di una serie di scritti editi per la casa editrice fondata da Luciano Foà e Roberto Olivetti e diretta attualmente da Roberto Calasso. Negli anni '90 fonda, assieme ad alcuni amici la casa editrice "De Martinis".

La collaborazione con Franco Battiato

La collaborazione con Battiato cominciò nel 1994 quando il direttore editoriale dell'Adelphi li fece incontrare; il primo album pubblicato assieme fu "L'ombrello e la macchina da cucire" (prima scrissero il libretto dell'opera "Il cavaliere dell'intelletto") con i testi scritti dal filosofo e le musiche e gli arrangiamenti da Battiato. Da quel momento i due non si lasciano più. Quel disco Sgalambro lo spiegò così in un'intervista al Corriere della Sera quando spiegò che tutto partì da una domanda molto semplice a Battiato che gli chiese di collaborare assieme: "‘Perché non facciamo un disco di musica pop?'. Nacquero così i testi metafisici delll' Ombrello e la macchina da cucire. Poi passammo a cose più commerciali, L' imboscata, La gomma lacca (…)". Sì, perché anche i testi di uno degli album più sperimentali del cantautore siciliano, come "Gommalacca" in cui era presente la famosa "Shock In My Town" è suo. Tra gli altri album ci sono "Ferro battuto", "Dieci stratagemmi: attraversare il mare per ingannare il cielo" fino a "Inneres Auge: il tutto è più della somma delle sue parti" e l'ultimo "Apriti sesamo". della sua collaborazione ha detto: "Dare un contributo ai dischi di Battiato mi appassiona".

Il rapporto con la musica

Di questo suo passare dal sacro al profano, ovvero dalla filosofia al pop, ne parlò qualche anno fa a Repubblica: "Condivido il punto di vista di Nadia Boulanger che non distingueva l' importanza di Stravinsky da quella di Piazzola. La musica è un solo corpo di suoni che comprende tanto Wagner quanto il Rock", ma la sua volontà era quella di essere ricordato come pensatore e non principalmente per essere stato un paroliere: "Come Battiato desidererà essere ricordato per le sue canzoni. Ma il mio rapporto con la musica è indiscutibile. Le canzoni non sono una deviazione dalla retta via. Indossi una maschera e vai per la tua strada".

I funerali saranno celebrati domani alle 15:30 nella chiesa Crocifisso dei miracoli del capoluogo Etneo.

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